Alessandra Graziottin
PASSIONI E SOLITUDINI di
Alessandra Graziottin

Lezioni di flauto: le vibrazioni della voce educata e gentile anche nella malattia

Lunedì 15 Ottobre 2018
Una mia amica francese molto cara ha purtroppo un tumore maligno avanzato. È cresciuto silenzioso, senza quasi dare segno di sé, finché non ha causato un rapido calo di peso involontario. Ora la mia amica sta facendo una chemioterapia aggressiva, pesante in termini di effetti collaterali. Di antica e solidissima educazione, ha sempre avuto una voce gentile, sorridente, con un tono emotivo (“feeling tone”) morbido e garbato. Adesso è davvero in una fase durissima della vita. La chiamo spesso. «Ciao Marie Claire, come stai? Come va oggi?». «Ciao Alessandra, grazie che mi hai chiamato! Guarda, abbastanza bene. Ho fatto un altro ciclo di chemio. La nausea non è poi così drammatica, mi hanno fatto la flebo di cortisone per reggere meglio la botta. Ho i rossi e i bianchi molto bassi, l’oncologa non sa se riuscirò a fare il prossimo ciclo. Ma ho fiducia (sorriso che corre sul filo). Tu come stai?». Ed è davvero un desiderio di saperlo.

Ogni volta, ogni giorno mi sorprende sempre. Perché la sua voce è ancora più flautata, vellutata, una carezza invisibile che tocca il cuore di chi sta all’altro capo del telefono. Invece che lamentarsi, e ne avrebbe tutti i motivi, sa restare sul lato luminoso di ogni giorno. È così con le figlie, che me lo confermano, con il marito, con i fratelli e i nipotini. Aveva avuto la diagnosi prima di Natale: mi aveva chiamato subito, ero l’unica a sapere. Non l’aveva voluto dire a nessuno, per non rovinare il Natale che per tutta la sua famiglia d’origine è una festa speciale. A Natale si ritrovano tutti nella grande casa di campagna, in Alvernia. Aveva perso peso, «ma con un vestito un po’ più morbido e un po’ di trucco non si vede…». Solo dopo le feste lo aveva rivelato, quando aveva dovuto iniziare la chemioterapia.

Da tempo rifletto sulla potenza di quella voce flautata. Che cosa trasmette? Già al “ciao” regala un sorriso che viaggia veloce sul filo e ti illumina. E poi una rosa di sentimenti. In tempi di vita normale, una voce così irradia una gioia di vivere sussurrata, una capacità calmante come se il tempo prendesse un ritmo più morbido, come se ci fosse tempo per tutto, con gli effetti benefici di un’educazione ancora più suadente in tempi di rozzezza verbale e comportamentale, infettiva ed epidemica. In tempi di guerra, come è la lotta contro una malattia violenta, continuare a parlare con quella morbidezza e con quello stile è una lezione straordinaria. Di coraggio di vivere, di rispetto per sé e per gli altri, di capacità di mantenere l’assetto emozionale anche quando il corpo e l’anima sono scossi da venti squassanti.

«Ecco, mi sono detta, proprio adesso Marie Claire mi sta facendo una regalo straordinario. Ogni giorno ricevo una “lezione di flauto”, di cui far tesoro nella vita. Da praticare ogni giorno. Preziosa per me, per ciascuno di noi, in famiglia, nel lavoro, nella vita». Una voce autenticamente flautata non trasmette debolezza. Anzi, può essere molto più persuasivamente autorevole della voce urlata. Perché non mette l’interlocutore in difesa, anzi lo/la aiuta ad abbassare spontaneamente la guardia, lo calma e lo aiuta ad ascoltare davvero. E quindi a riflettere, a ripensare, a dialogare su un piano di reciprocità, a riconsiderare le priorità della vita, senza nemmeno menzionarle. Una voce così è una eredità di gioia, una carezza musicale che riaffiorerà sempre nella memoria, della sua famiglia e mia, con una sorriso pieno di nostalgia. Al contempo, è un invito gentile a coltivare questo aspetto dell’educazione, ad aumentare la consapevolezza di quanto la nostra voce, il suo tono, le sue vibrazioni, la sua morbidezza, la sua gentilezza, il respiro calmo e profondo che la sottende, possano trasmettere di bello e di buono a tutti coloro che hanno il piacere di ascoltarla. Fin dal primo incontro, tanti anni fa, ero stata colpita da questa voce vibrante e luminosa, con un francese colto e divertente insieme. Ma è nella malattia, così violenta e devastante, che la voce di Marie Claire mi ha toccato a fondo e mi ha fatto riflettere. Davvero: lezioni di flauto. Per imparare ad usare consapevolmente questo strumento meraviglioso, la voce umana, oggi così brutalizzata e che invece può essere per tutta la vita un motivo di gioia, di carezze gentili per l’anima, un’oasi di bellezza e di energia anche nei giorni più difficili. Un regalo invisibile, affettuoso e persuasivo. Un dono senza tempo. Marie Claire è mancata ieri. La ricorderò così. E la sua voce gentile attenuerà il dolore e la nostalgia.
www.alessandragraziottin.it Ultimo aggiornamento: 19-10-2018 17:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA