Adriano De Grandis
OGGETTI DI SCHERMO di
Adriano De Grandis

Torino 36, giorno 5. Il gioiello di Stanley Kwan
oscura le follie di solitudine e di guerra

Giovedì 29 Novembre 2018
Ancora un film italiano che non regge il confronto con le altre cinematografiche. E poi lesbiche patinate e esplosioni incontrollate in Svezia. E ovviamente il gioiello di Stanley Kwan.

OVUNQUE PROTEGGIMI di Bonifacio Angius (Festa mobile) – Alessandro è un uomo maturo con la passione musicale. Conduce una vita sregolata, dilapidando fortune e bevendo in modo esagerato. Un diverbio violento con la madre lo porta a un ricovero coatto, dove incontra Francesca, una ragazza problematica. Fuggono insieme in cerca di un posto dove potersi finalmente sentire a proprio agio. Angius firma un melò sguaiato sulle strade del destino, dove ogni istante corrisponde a una scena madre, costantemente in bilico tra follia e voglia di libertà. Un film appassionato e sincero, ma per niente anarchico, risultando sempre troppo scritto e forse con una storia piuttosto consumata raccontata in altrettanto modo risaputo. Da confrontare, per alcune evidenti assonanze, con “Don’t forget me” vincitore qui a Torino lo scorso anno, di ben altra originalità, spessore e sensibilità. Voto: 5.

FIRST NIGHT NERVES di Stanley Kwan (Festa mobile)
– A Hong Kong si prepara, con la regia di una trans, il ritorno sulle scene teatrali di una star da tempo lontana dal palco, assieme a una giovane attrice, con un successo cinematografico già considerevole. Labirintico melò dove Stanley Kwan organizza una ronde di personaggi tra rivalità, sentimenti e performance, centrifugata in una visione continuamente spiazzante nei baricentri, nei ricordi e nelle speranze. Una umanità variegata e costantemente alla ricerca di se stessa, dove alla fine probabilmente ognuno resta solo. Film di stordente eleganza in una composizione cangiante dal ritmo sincopato. Bellissimo. Voto: 8.
COLETTE di Wash Westmoreland (Festa mobile)
– La storia di Colette, una donna che ha imposto la parità di genere a cavallo tra l’Ottocento e il primo Novecento, diventando da ghost-writer del marito a scrittrice affermata, nonché figura importante per la liberazione dell’omosessualità, con le sue avventurose relazioni lesbiche. Patinata e abbastanza esangue rappresentazione di una belle époque che forse potrà interessare ancora oggi le signore di una certa età, ma che al contrario illustra pallidamente la portata rivoluzionaria del momento e soprattutto quella della protagonista. Keira Knightley si sforza di rendere credibile almeno il suo personaggio, ma il risultato è soprattutto noioso, anche quando sale la febbre dei corpi. Voto: 4.
UNTHINKABLE di Crazy Pictures (After hours)
– Nella Svezia la pioggia porta una contaminazione che toglie i ricordi alle persone, destinandole a incontrollate azioni. Nel frattempo la nazione viene attaccata da gruppi armati stranieri. Due giovani si ritrovano improvvisamente, dopo essersi lasciati in modo traumatico durante l’adolescenza, incapaci di dichiarare il proprio amore. Diretto dal collettivo Crazy Pictures una specie di intossicato melò bellico dove le storie personali di due famiglie già abbastanza problematiche sconfinano in uno squilibrato, eccessivo a tratti ridicolo war movie tra esplosioni continue, dove la catastrofe pare imminente. Avesse un’unghia dell’ironia di “Mandy” visto qualche giorno fa potrebbe anche essere divertente, ma tutta la costruzione narrativa, pur chiaramente coerente nella sua dichiarata euforia distruttiva, riduce tutta l’operazione a una galattica stupidaggine. E non basta, per tornare seri e dare finalmente una forma e forza politica, chiudere il film con un’immagine di Putin. Tuttavia la sequenza degli incidenti d’auto a ripetizione sul ponte ha una sua dinamica avvincente. Voto: 3.
  Ultimo aggiornamento: 18:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA