Viaggiare nel nostro tempo è diventato un uso comune, una dimensione che si configura con vacanza, un avvenimento irrinunciabile…normale, un fatto che ha perduto in gran parte l’aspetto eccezionale, la risposta al bisogno di …andare, di conoscere luoghi e situazioni lontane, la risposta a inquietudini, curiosità mai del tutto soddisfatte, per diventare un’appendice della vita che appaga il bisogno di confermare uno status, un fatto sociale , un diversivo vacanziero che corrisponde al piacere di andare lontano, e più lontano è più risulta appagante.
Ma ci sono ancora i viaggiatori che come astronauti intendono conoscere, conoscere, conoscere: “…sperduta nel deserto di Nazca misuravo un’alga del calendario astronomico e realizzavo la meraviglia dell’incontro - scrive Bente Bevilacqua, personaggio di cultura che ha dedicato al viaggio un libretto poco noto ma prezioso, destinato a rimanere sugli scaffali di chi apprezza la cultura del viaggio che la signora veneziana – dedicando la sua ricerca letteraria alle amiche del club Soroptimist al quale appartiene- riassume con l’aiuto di studiosi che ricordano la figura di Ulisse e il suo bisogno di …andare ma tornare comunque a Itaca (Pietro Boitani ) o il viaggio “rinascimentale” negli interventi di Daria Perocco e di Patrizio Collini; il “viaggiare” al femminile (nelle pagine di Luisa Rossi); l’”homo turisticus” di Duccio Canestrini , o l’analisi psicanalitica di Elena Liotta che considera anche la scelta del non-viaggio citando il più radicale “ Viaggio intorno alla mia camera” di Xavier De Maistre (“…senza uscire dalla porta puoi conoscere il mondo!”) .
“…Volevo conoscere carnalmente quelle civiltà, quelle genti …e forse me stessa” scrive Bente Bevilacqua nel suo “viaggiare”.
Considerato in tutte le sue dimensioni , il viaggio non poteva lasciare indifferente la moda che da sempre al guardaroba destinato alla valigia ha dedicato studi e collezioni. Si tratti di abbigliamento o di accessori ( la borsa più capiente, la valigia che non pesi troppo, gli abiti che non si stropiccino facilmente e che consentano con un look appositamente studiato di venire utilizzati per più occasioni, da un breve a un lungo soggiorno con pochi abiti appositamente studiati. Su questo fronte tutte le grandi firme si sono adoperate: potremmo sfogliare gli album di proposte di Fendi, di Trussardi, di Ferragamo, di Vuitton che utilizzano soprattutto i tessuti “antipiega”.
“Lo stretch – afferma Fuzzi (che produce anche le collezioni di importanti griffes come Jean Paul Gaultier) - può vestire un abito da lavoro, da cocktail, da viaggio occupando pochissimo spazio in valigia”. C’è l’imbarazzo della scelta tra un pantalone jogging con una camicia a righe e una felpa di velluto o un jeans -slim con pullover mohair di alpaca ( “American Vintage”) , un completo di maglia caldo e leggero di una stilista eclettica come Roberta Scarpa, possono essere compagni di viaggio preziosi. Così come lo stile fresco every – day trattato con una nota di eleganza sono il biglietto di viaggio più attuale suggerito da Sfizio che presenta una collezione pensata per chi “non ama star fermo”.
Ultimo aggiornamento: 13:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA
MODI E MODA di
Luciana Boccardi