MODI E MODA di
Luciana Boccardi
Rosa, colore maschile o femminile?
simbolo di fiducia o di tradimento?
Venerdì 31 Agosto 2018
di Luciana Boccardi
E’ di questi giorni la notizia di un turista ardito che per tener fede a una scommessa si è tuffato di notte dal ponte di Rialto esibendo prima del lancio una silhouette che rivela palestra e cure estetiche esaltate da un body tutto rosa. Fino a qualche tempo fa , il commento sarebbe stato semplice e chiaro ossia il desiderio di detta silhouette di sentirsi femmina, confermato dalla scelta del colore rosa. Oggi bisogna andar piano con i giudizi perché i generi stanno sovrapponendosi, confondendosi, mutandosi, senza che questo appaia più nemmeno insolito. Né mi soffermo sul tuffo che al turista - visto che a Venezia non esiste una segnaletica che indichi ai turisti i divieti, tuffi compresi - è sembrato un po’ rischioso ma…fattibile. Mi soffermo invece su quel rosa esibito con tanta fierezza omosex che come colore merita qualche riflessione.
Arriva tardi il riconoscimento di identità al color rosa con riferimento a l fiore del quale replicava il colore che dall’antichità greco-latina veniva definito “rosato” , “roseo” come aggettivo. Nel la commedia dantesca è quel colore che al sorgere del sole ancora attenuato dal pulviscolo della notte accende di luce piana e dolce in “Paradiso” l’incontro con Beatrce .
E’ con il Rinascimento che il rosa si trasferisce nel mondo umanistico con una sua dignità cromatica e l’identità di sostantivo - avallata dall’articolo maschile che lo precede - come colore che riproduce quel mix tra bianco e rosso che porta inevitabilmente, se vogliamo percorrerne la storia , al simbolo che caratterizzò la guerra cruenta dei Trent’anni.
“Chi è un vero gentiluomo e si affida ai suoi alti natali, se crede che io abbia detto la verità, colga con me una rosa bianca” : dice Riccardo Plantageneto, duca di York. “Chi non è un vile o un adulatore ma ardisce star dalla parte della verità, colga da questo rovo, con me, una rosa rossa” risponde, accettando la sfida il duca di Somerset, scegliendo la rosa rossa che diverrà la firma dei Lancaster. E sarà la sovrapposizione delle due rose , rossa e bianca , che darà vita alla “rosa” rosa, simbolo della fine della guerra tra le famiglie siglata con il matrimonio pacificatore di Enrico VII Tudor con Elisabetta di York.
Fiore di guerra, dunque colore forte, che nella declinazione rosa acquista invece simbologie sentimentali, legate ad affari di cuore, a dimensioni mai troppo definite, colore dell’armonia ad ogni costo, colore d’amore ma non di passioni violente, che nella bibbia sentimentale che caratterizza l’Ottocento si trasferisce tout court in simbolo di femminilità, di dolcezza, di “remissività”, inevitabilmente di superficialità . Nelle indagini psicologiche molti uomini risultano preferire il rosa, non per il genere “femminile” che rappresentava (oggi è il caso di usare l’imperfetto visto che la moda maschile da molte voci - Gucci per primo - accoglie il rosa come proposta unisex), ma per le sue prerogative cromatiche .
Un carattere “rosa” risulterebbe dunque esente da desideri di vendetta, da rimpianti pesanti, complice com’è di tradimenti “leggeri”, a tratti generoso , sia pure con garanzie di ritorni plaudenti e di irrinunciabile visibilità.
Il rosa, abbinato al quarzo come minerale dai mille risvolti positivi - primo fra tuti l’uso terapeutico per placare ansie, insonnia o tormenti vari (soprattutto d’amore) - è il colore della bellezza intesa come scelta intellettuale. Resta comunque la bandiera del difficile rispetto delle regole , della superficialità ”esibita “ con baldanza, certamente di una “ facilità relazionale “ (volgarmente chiamata tradimento) che , con escamotages semantici dannunziani , i tipi “rosa” preferiscono definire “tendenza a una spigliata incuranza dell’obbligo”.
Ultimo aggiornamento: 17:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA