Luciana Boccardi
MODI E MODA di
Luciana Boccardi

Con Marta se ne va un raggio di
sole

Venerdì 29 Luglio 2016 di Luciana Boccardi
Marta,  ho appena saputo della tua morte.  Sapevo che eri malata e non ho mai saputo in verità se  tu sapessi  fino a che punto, brava come sei sempre stata a mascherare , a nasconder-ti  le verità cattive. In ogni caso anche in questo ti ha aiutato il   tuo  “sole”, quel sole caldo che sapevi  regalare con un sorriso totale , quell’alone di ottimismo, di vitalità, di forza che ti ha accompagnato per tutta la vita.
 C’è un caftano nel mio armadio, uno dei più belli, che mi regalasti tu in uno di quegli slanci che ti erano consueti  . Un  bisogno di “dare”   estremo (a un’amica che ti guardava con lussuria una pelliccia Fendi  ne facesti  dono senza  commenti:  “ ti sta bene. E’ tua!”). Una generosità  che può indirizzarsi  anche  verso  una disponibilità  estrema   che caratterizza spesso le persone che hanno alle spalle una partenza faticosa, soprattutto se hanno conosciuto  da vicino l’odore della terra, dell ‘erba.  Ma tu eri già arrivata prima di partire. C’era in te la forza della bellezza, la salute, la forza dell’astuzia che le difficoltà di partenza  trasformano in arma  tanto che riuscivi a sembrare anche più bella di quanto non fossi, desiderabile perché in perenne assetto di “disponibilità” che poi doveva invece fare i conti con te, con il tuo carattere tosto e con quell’irrinunciabile bisogno di libertà che ha accompagnato  tutta  la tua vita.  “Una donna pronta alla vita” ti ha definito splendidamente un noto architetto veneziano, Gottardo Bonacini, quando venisti  l’ultima volta a Venezia,  per il Ballo del Doge  con  Nanà Bottazzi e al Metropole , per l’evento  che Gloria Beggiato  ha  ideato a sostegno della Fondazione per  la ricerca sulla  fibrosi cistica  che hai voluto   nel ricordo di tua figlia Annalisa morta  di  quella malattia.
“Mi hanno sempre dipinto come una mantide, una  mangiatrice di uomini : in realtà sono stata molto desiderata ma ho amato solo quattro uomini<. mio suocero (soprattutto come padre), mio marito  Umberto, Renato Guttuso che mi ha dipinto addosso l’amore e , ahimè , Lucio Magri che mi ha umiliato, offeso, tradito. Mi ero pazzamente innamorata di questo vanitoso che ha saputo fare teatro anche della sua morte”.  Me lo dicesti durante  uno dei nostri incontri  frequenti  alle sfilate alle quali io partecipavo come critico e tu  come immancabile vip, protagonista contesa, rumorosa, piacevolmente invadente, elegantissima nei tuoi caftani preziosi (ne avrai quasi duecento !)  da marocchina di lusso,  che arricchivi con collane inverosimili, sempre più grandi : “le collane devono essere importanti quanto il vestito “ raccomandavi a chi te lo faceva notare .
“Ho ottant’anni più cinque. Ma io sono immortale “: era il tuo mantra da quando forse sapevi  che la fine non era più lontana.  “Qual è la cosa più importante  che ho?   la mia  famiglia”:  e i figli che hai adorato  ti hanno  accompagnato  in questo ultimo momento  con la più grande dolcezza, tutti  insieme, Paola, Matteo, Vittorio e Diamante  con i  tuoi nove nipoti ,  portando anche tra le pareti di quella stanza  alla Madonnina  che ha registrato il tuo ultimo sorriso tutto  l’amore che ti doveva essere restituito e che certamente ha reso più dolce il trapasso.
Era il finale che desideravi , Marta. ”Immortale”?    Forse è vero.  
  Ultimo aggiornamento: 18:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA