Luciana Boccardi
MODI E MODA di
Luciana Boccardi

Pellegrini campionessa di nuoto,ma
la moda ...no. Un bellissimo burkini

Giovedì 29 Settembre 2016 di Luciana Boccardi
La moda , il mondo della moda,  ha i suoi codici, le sue  necessità:  appare leggero, frivolo, un giochino di luci e colori, di tessuto e fantasia , ma dietro tutto questo c’è un mondo che si muove con serietà e lavoro, tanto, tantissimo lavoro.  Così è per lo sport come per tante alte discipline ma stupisce come  personaggi che conoscono il rigore e il talento che accompagna i successi  in una certa disciplina pensino che basta volere, un colpo di bacchetta magica e  olè, il gioco è fatto. “Se sono un campione in una posso tranquillamente esserlo in un’altra:  sono un campione e basta”.   L’opportunità di rilevare questa facilità nei confronti della moda mi è stata  suggerita  durante  la settimana  milanese  del  pret-à-porter  per la prossima primavera-estate 2017 dalla dichiarazione di Federica Pellegrini, indiscussa campionessa di nuoto,  che Raffaella D’Angelo ha voluto ancora una volta nella sua squadra di indossatrici per i nuovi  costumi da bagno della griffe, peraltro bellissimi.  La popolarità dell’atleta veneta  è ovviamente  un  elemento accrescitivo per una sfilata e la Pellegrini  ha retto benissimo l’impatto con la passerella.  La mia sorpresa  è nella sicurezza  che il successo consegna e la convinzione che la moda sia accessibile a chiunque. Non è così, neanche  per  Federica  Pellegrini  che , qualora non potesse più far conto  sul meritatissimo successo sportivo che la rende appetibile per qualsiasi evento che abbia  bisogno di visibilità , dovrà fare i conti con le esigenze  della  moda che  ad esempio  rendono poco  femminile  il sotto-seno  di  Federica  irrigidito da una muscolatura possente che  l’occhio attento  della platea  rileva come “difetto”  .  Pellegrini anche quando – come afferma lei – dovrà abbandonare la carriera sportiva,  per  diventare personaggio della moda dovrà  iniziare un percorso faticoso e “femminilizzante” , apprendere segreti  e  movimenti  che enfatizzino  un  abito . Da atleta intelligente dovrà sapere che non si può essere “campioni” in tutto:  per ogni disciplina bisogna studiarla, impararla e soprattutto avere talento.  Tutto non si può avere.
Restiamo con la bella collezione della D’Angelo che ha proposto il burkini,  costume tanto chiacchierato, giudicato, contestato, issato a bandiera e quant’altro  ci è  stato offerto  recentemente  dai  commenti sulla tenuta da bagno delle donne musulmane osservanti.  Bellissimo  questo di Raffaella D’Angelo, fasciante e quindi  estremamente sensuale (forse più di tanti bikini  o monokini  in quanto gioca sul coperto e non sullo scoperto  del corpo femminile sollecitando emozioni  più raffinate)  si compone  di tunica con cuffia incorporata (stile divisa da sub) ,  pantaloni leggins  in tessuto  elastico  assolutamente  aderente , stampato nei motivi delle piastrelle di tradizione araba.
 La sensualità coperta potrebbe trovare  adesioni  nel  gusto  occidentale come novità e fare del  burkini una moda “integrata” , una formula che con riferimenti  solo alla bellezza o meno di un indumento ,  una moda per la moda e basta, contribuirebbe  a sdoganare  questo costume  da  interpretazioni   di bandiera,  religiose,  politiche,  filosofiche e quant’altro .
Resta  solo da dire che come costume  per il mare , per una sana nuotata, per un bagno di sole vitaminizzante, il  burkini  è   bello  ma  decisamente   irrazionale e scomodo.  
Ma quando  mai  la moda si è preoccupata di essere razionale e comoda? 


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