Luciana Boccardi
MODI E MODA di
Luciana Boccardi

nuova show room di rubelli nell'antico
palazzo di famiglia a san samuele

Venerdì 1 Giugno 2018 di Luciana Boccardi
 
 “Tornare a casa”: con queste tre parole piene di signiifcato lo stato maggiore di una delle griffe più prestigiose dell’arredamento, Rubelli, ha risposto a chi chiedeva perché  -   dovendo  per  ragioni  pratiche cambiare l’indirizzo della show room veneziana, invece di un altro palazzetto sul Canal Grande (come quello dove da decenni , dopo il trasferimento  nella nuova grande sede di  Marghera dell’intero assetto amministrativo, e dei laboratori di ricerca e di design, la griffe veneziana aveva   conservato  la show room  con i campionari a disposizione del pubblico) -  la scelta fosse caduta sul vecchio palazzo di famiglia, ora ristrutturato nell’area che costituirà la nuova show  room  Rubelli.
Ad occhio di turista sensibile agli effetti  facili, il palazzo dove avrà sede da oggi la  show room della prestigiosa griffe veneziana di arredamento ,  potrebbe apparire meno  prestigioso  in quanto non affacciato  sul Canal Grande ma  in un angolo della vecchia Venezia,  dove un  canale scorre sotto il ponte di ferro che porta in Corte dell’Albero, a Sant’Angelo. Con due ingressi, uno riservato alle abitazioni private dei  figli Rubelli e uno , al numero   3393,   che introduce  negli spazi “stile casa veneziana d’antan” -  dedicati  agli oggetti  d’arredo, ai vari campionari di tessuto Rubelli, ma anche Donghia o Kieffer che appartengono al brand veneziano -  il palazzo presenta quell’aspetto rigoroso tipico degli edifici veneziani  trecenteschi.  Una di quelle case-palazzo  (o, meglio, palazzi-casa) che raccontano la Venezia dei secoli d’oro, popolata da imprenditori  e  mercanti  avveduti  che badavano alla solidità che si legge nelle linee architettoniche pure, nell’essenzialità  di decori.
E’ qui che,  a metà del XIX secolo  si è installata  la famiglia di Lorenzo  Rubelli, capostipite della dinastia che avrebbe conquistato  spazi  tanto prestigiosi nel mondo.  E in questo antichissimo  palazzo prese avvio quella produzione che ancora oggi rappresenta un orgoglio veneziano e italiano.  Qui, nell’ala riservata  alle merci,   Rubelli  presentava quelle meraviglie che oggi possiamo ammirare nell’archivio ( o riprodotte ancora fedelmente): sono i  lampassi, i damaschi, i favolosi ,  preziosissimi,  velluti stratagliati    che  ancora oggi  la Rubelli  è in grado di produrre  pur avendo sviluppato  con risultati tanto  brillanti una produzione tessile di assoluta attualità.
 In queste stanze,  tra il pianoterra  e il primo piano , cominciava  la via del successo che oggi vede la griffe veneziana  presente con le sue collezioni in 86 Paesi  del  mondo. E qui  è il lusso che Rubelli si è consentito: tornare a casa, riproporre come spazio per la merce le stanze che conobbero  questa attività. Un lusso che se da una parte vede la conferma di un orgoglio familiare che torna alle radici, dall’altra sa di poterselo permettere visto che quell’antica produzione in parte ancora ben presente, lascia oggi molti spazi prestigiosi, a nuove interpretazioni, nuovi motivi, nuove formule, spesso in collaborazione con le più grandi griffes:   Armani –Rubelli  casa,  il  binomio Santoni /Rubelli,  Pal Zileri/ Rubelli, con lo zaino“Tadzio”  voluto da Rocco Jannone  , stlista che unisce a un gusto eccezionale una grande cultura della moda in occasione dei recenti “Saloni”. 
La casa ha un carattere :  secondo Victor Hugo  ha  il nostro carattere.  Il mondo della casa, che Le Corbusier   considera “una macchina per abitare” , oggi in parte penalizzato dall’era nomade  in atto  in cui l’andare è più apprezzato dello stare, resta tra i capisaldi dell’umanesimo, di quella cultura dell’intimità  che Ludovico Ariosto esalta con le parole  poste a lapide in quella che fu la sua casa a Ferrara:   “piccola, ma sufficiente per me e non soggetta a nessuno;  decorosa:  e comprata con denaro mio”.
 Nell’antico  Palazzo Rubelli  che da oggi ospiterà  la nuova show room ,  si racconta la storia di una  famiglia, di una dinastia del tessuto,  di un  successo  internazionale  mai disgiunto dalla fede alle proprie  radici.
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