E’ arrivato un bastimento carico di …shabby chic. L’annuncio della moda del riutilizzo di pezzi di guardaroba in disuso, favorito dal look vincente che ha caratterizzato le ultime tornate di presentazioni: mix di tessuti, di forme, sovrapposizioni, il vecchio e il nuovo trasferito anche nel gioco architettonico di interni per avallare ogni forma di recupero di oggetti, mobili, arredi vari. Un gioco al risparmio ma anche al volo della fantasia che potrà apparire nuovo agli ultimi nati ma che certo nuovo non è per coloro che nella vita hanno sempre dovuto fare i conti (per necessità , ma anche per un’etica ispirata al risparmio) con una certa attenzione alle spese, ad evitare gli sprechi.
Da sempre, dal remoto delle nostre tradizioni, il recupero di ciò che resta ha riguardato soprattutto la cucina, la confezione dei cibi che in tempi di vacche magre , soprattutto nelle campagne d’antan dove lusso era una parola sconosciuta, costituiva il segreto delle donne che nel l’utilizzo di avanzi di cucina da riproporre sotto nuovi aspetti. Economia ma soprattutto fantasia, gioco, un modo di vivere la gastronomia di famiglia – e n on solo - che oggi sta diventando una moda. Le ricette sono infinite, e soprattutto sono destinate a moltiplicarsi perché il desiderio di non buttare via il cibo (pratica che negli ultimi tempi “da bere” era diventata norma) stuzzica la fantasia suggerendo formule tra le più innovative.
Su questo “stile di cucina”, oggi definita simpaticamente shabby chic, che si riserva di dare valenze estetiche e di sapore a cibi avanzati da riproporre freschi di invenzione, ha puntato la sua attenzione a Venezia un personaggio che della cucina sa raccontare gli aspetti colti, il gioco della tradizione, il piacere di trasformazioni suggerite dal fronte della praticità: è Rosa Maria Lo Torto, presidente dell’Accademia Italiana della Cucina - Delegazione di Venezia, raffinata studiosa che ha saputo cogliere nel suo ruolo particolare di ricercatrice puntigliosa aspetti che di volta in volta consentono di ripassare la storia della cucina come nostra storia, evocando ricordi che trovano spazio negli anfratti di una memoria comune antica.
Ricette, usanze che le nostre mamme, le nostre nonne ci trasmettevano per recuperare con dignità il pane avanzato trasformato in zuppa, in flan, in gioco di piccoli toast, la pasta o il risotto passati “al salto” (nel milanese il risotto al salto, piatto rigorosamente di recupero shabby chic, è diventato un must della cucina meneghina), la frittata tagliata julienne usata come inedite tagliatelle per le zuppe. Sono infinite le ricette per il riciclo utilissimo in casa (ma anche nei ristoranti ), come tanti sono gli spunti che la ricerca della prof. Lo Torto ha raccolto per la relazione che terrà a Venezia, in occasione dell’incontro conviviale programmato dall’Accademia Italiana della Cucina all’Harry’s Bar, nel terzo giovedì di ottobre.
Ultimo aggiornamento: 01:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA
MODI E MODA di
Luciana Boccardi