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Donne in corsia, lo studio le premia: più brave dei maschi

Sabato 7 Gennaio 2017
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Sempre più camici bianchi in corsia. Il numero delle donne medico aumenta e cresce anche il "gradimento". Essere seguiti in ospedale da un medico donna potrebbe comportare un migliore esito delle cure: infatti il paziente gestito da una donna medico presenta minor rischio di morte a 30 giorni dal ricovero e un minor rischio di un secondo ricovero rispetto ad un analogo paziente seguito da internisti di sesso maschile.
Non è una affermazione femminista. A dirlo è una ricerca pubblicata sulla rivista Jama Internal Medicine, e condotta da Yusuke Tsugawa, della Harvard T. H. Chan School of Public Health, Boston, che ha già suscitato un acceso dibattito tra gli addetti ai lavori, come era del resto prevedibile.
Già in passato ricerche avevano dimostrato differenze nell'operato di camici bianchi di sesso maschile e femminile, con le donne più attente a fare prevenzione e più scrupolose nel seguire le linee guida cliniche.  Lo studio suggerisce che vi siano differenze importanti nel modo di curare di medici donna e uomini. Certo, come tutti gli studi, anche quetso deve essere preso con le dovute cautele, ma è un indirizzo. 
Per capire se siano più bravi i medici maschi o femmine i ricercatori Usa hanno studiato dati relativi a oltre 1,8 milioni di ricoveri e oltre 1,2 milioni di secondi ricoveri successivi al primo (riammissione in ospedale ad esempio a 30 giorni dal primo ricovero). In tutto sono stati coinvolti 58.344 medici, per il 32,1% donne. E' emerso che i pazienti gestiti da internisti maschi hanno un tasso di mortalità a 30 giorni dal ricovero dell'11,49% contro l'11,07% per pazienti che invece sono stati gestiti da donne medico. Una incollatura, ma significativa. 
Ultimo aggiornamento: 12:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA