Scoppia la guerra del barbecue.
A ROMA
In realtà, però, Bologna non è esattamente un caso isolato. A Roma, ammesso che all'interno di un condominio non vi siano clausole espresse di divieto nel regolamento condominiale, i barbecue sono "previsti" nel regolamento di polizia urbana. All'articolo 25 si parla di un divieto generale di accensione di «fuochi di qualsiasi genere, anche in luoghi privati», a meno che non vi sia una «apposita canna fumaria». «L'accensione all'aperto di fuochi semplici o di artificio e pirotecnici - si specifica - potrà essere consentita di volta in volta dall'amministrazione comunale in speciali circostanze». Insomma, se non è proibito dal condominio, basta un barbecue con una piccola canna fumaria - analoga a quelle in vendita a qualche centinaio di euro - per aggirare il divieto. Oppure, potrebbe essere sufficiente anche usare la carbonella visto che non è una combustione a fiamma libera. Però, anche nella Capitale ci sono due divieti simili a quelli di Bologna. Il primo, entra in vigore quando scattano le ordinanze antincendio tipiche del periodo estivo e che vietano qualunque genere di combustione. Mentre la seconda è proprio legata alle ordinanze per l'inquinamento atmosferico. Che sono le stesse che limitano la circolazione dei veicoli, riducono la temperatura e gli orari di accensione dei riscaldamenti nelle case e negli uffici e, appunto, vietano di accendere fuochi, che siano barbecue, caminetti o stufe a pellet. Certo, difficile ipotizzare a Roma l'arrivo dei vigili urbani che bussano per sanzionare un barbecue acceso visto che non sanzionano neanche i fuochi d'artificio di capodanno nonostante tutti i sindaci della Capitale si ostinino a emanare l'ordinanza di divieto poche ore prima di fine anno.
LA POLEMICA
Il caso bolognese, però, non si è fermato in Emilia Romagna. Anche a sud, c'è chi appoggia la decisione del Comune: «Concordo pienamente con il divieto di accendere barbecue e grigliate, soprattutto quando si sforano le emissioni certificate dall'agenzia regionale per la protezione dell'ambiente. Si tratta, infatti, di una scelta di responsabilità a salvaguardia del nostro presente e, soprattutto, del futuro dei nostri figli - ha detto il sindaco di Cosenza, Franz Caruso - Se per raggiungere il taglio del 55% delle emissioni al 2030 si deve rinunciare a qualche grigliata, ebbene facciamolo». Da Catanzaro, il sindaco Nicola Fiorita, si schiera con Bologna: «Credo che lo spirito dell'ordinanza di vietare i barbecue sia quello di non alzare ulteriormente i livelli di polveri sottili nelle giornate più critiche e quando le centraline mostrano dati allarmanti. Capisco che il provvedimento abbia potuto suscitare qualche commento ironico, ma gli amministratori bolognesi sono notoriamente molto accorti e sensibili ai problemi di carattere ambientale».
LA CASSAZIONE
Può apparire strano, ma le grigliate sono diventate addirittura oggetto di sentenze della Cassazione. Perché non bastassero i regolamenti comunali e le ordinanze dei sindaci, c'è anche il problema dei rapporti di vicinato. E non è per nulla raro che si finisca prima a litigare fra vicini e poi in causa. Salsicce e costolette sulla griglia non devono superare i limiti della «normale tollerabilità» di odori e fumo. O il rischio è quello del vicino che chiama i vigili e magari di finire in causa.