Acque inquinate ai confini con Verona
in 30 comuni. Legambiente accusa

Venerdì 24 Aprile 2015 di Roberto Cervellin
Il 23 aprile ai chiostri di Santa Corona ha avuto luogo un'assemblea sulle Pfas, sostanze inquinanti presenti nell'acqua
VICENZA - "Serve subito uno studio sullo stato dell'inquinamento delle acque vicentine e venete". Più che un invito, un monito. Dal palco dei chiostri di Santa Corona, a Vicenza, dove il 23 aprile si è tenuta un'animata assemblea, Legambiente ha chiesto ufficialmente a sindaci e autorità sanitarie di fare chiarezza sulla presenza, nelle acque superficiali e di falda, di Pfas, sostanze perfluoroalchiliche utilizzate dalle industrie per rendere resistenti ai grassi e all'acqua materiali quali tessuti, tappeti, carta e rivestimenti per contenitori per alimenti.



L'inquinamento interesserebbe almeno una trentina di comuni del sud ovest Vicentino, situati in gran parte al confine con la provincia di Verona, dove scorre il Fratta Gorzone. Tra questi, Lonigo, Arzignano e Sarego. "Le conseguenze sulla salute sono allarmanti, non si può guardare dall'altra parte", hanno denunciato ambientalisti ed esperti nel corso della serata. Parola d'ordine, è stato detto, è intervenire al più presto per il risanamento e la messa in sicurezza delle fonti idriche in modo da prevenire quello che si profila come "un disastro ambientale". Tra l'altro per questi composti chimici industriali non esistono limiti di smaltimento fissati per legge.



Di qui l'allarme lanciato da Legambiente che, sul caso, ha depositato un esposto in Procura per le conseguenze che la contaminazione potrebbe avere sia sulla salute che sull'ambiente. "Studi sperimentali condotti su animali e sistemi cellulari in vitro - è stato aggiunto - hanno dimostrato che le Pfas sono cancerogene e tossiche".
Ultimo aggiornamento: 25 Aprile, 00:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA