L'intervento al Ponte, ecco i contrari
Laner: «Così non è conservazione»
Per il prof. massicciata da mantenere

Venerdì 28 Agosto 2015 di Claudio Strati
Il ponte degli alpini e l'architetto e docente Franco Laner
3

BASSANO - Non piace a tutti il progetto di recupero del Ponte Vecchio come deciso dall'amministrazione comunale. Un gruppo di tecnici e cittadini si oppone alle modalità individuate con la consulenza del professor Modena. E portano la posizione di un grosso esperto del settore legno e strutture come il professor Franco Laner a sostegno delle loro tesi. "Si tratta di una ristrutturazione che terrà praticamente chiuso il ponte per tre o quattro anni, non i due che dicono gli amministratori - dice l'architetto Pino Massarotto - e questo preoccupa residenti e commercianti". Il professionista "guida" il gruppo di pressione, del quale fanno parte l'architetto Fabio Sbordone e il geometra Pilati, già tecnici comunali che sovrintesero ai lavori dei primi anni Novanta, messi ora nel mirino per l'eccessivo peso della massicciata causa, secondo gli attuali responsabili, del cedimento del manufatto.

"Insieme a loro - dice Massarotto -, ai rappresentanti dei commercianti Cattarin e Astuni, all'architetto Stevan della Pro loco, a presidenti di quartiere, abbiamo anche incontrato il sindaco Poletto una ventina di giorni fa per far presente le nostre grandi perplessità. Ci ha ascoltato ma non c'è stato un seguito". Si sono rivolti all'architetto Franco Laner, per lughi anni docente di tecnologia allo Iuav, esperto nell'utilizzo di legno lamellare, di sperimentazione e controllo di qualità di materiali da costruzione, di valutazione della sicurezza strutturale degli edifici e di restauro di costruzioni lignee. Ecco cosa ha loro detto il docente

"L'attuale Ponte non è quello originario - ha detto Laner - . Attribuiamo a Palladio ciò che non gli appartiene e, come ricorda lo storico Puppi, sottraiamo a Bassano la costruzione, paziente, nel tempo, della propria memoria che il Ponte identifica. Di storico il Ponte di Bassano, come entità fisica, ha ben poco: è stato ricostruito molte volte, ha subito innumerevoli restauri. Di storico ha l’immagine e l’invenzione strutturale che vanno invece accuratamente conservate. Dal Palladio in poi ogni costruttore ha apportato modifiche secondo i propri gusti e idee, ma dal punto di vista strutturale il Ponte è rimasto lo stesso, salvo alcuni miglioramenti nelle fondazioni".

La versione attuale è del Casarotti (1820) e secondo Laner non ci sono dubbi: bisogna attenersi a quella. "E’ difficile spiegare in termini semplici - ha proseguito il professore - il sistema di forze agenti, rotazioni e momenti che s'ingenerano con la spinta della corrente. Palladio ha ideato una stilata che con la sua struttura trapezoidale sa resistere molto bene a queste forze, che trovano equilibrio anche grazie al grande peso sopra l’impalcato, fondamentale per la stabilità. Anche i successivi costruttori hanno seguito questa strada, mantenendo la pesante massicciata e rinforzando inoltre il "trapezio" di base delle stilate, allungandolo, alzandolo e controventandolo".

Il sopralluogo mesi fa con la Sovrintendenza

Ma il forte peso allora è la causa degli attuali cedimenti? Laner dice di no, almeno sulla base della documentazione fotografica portatagli da Massarotto e colleghi: "Così pensando si confondono le cause con gli effetti: il progressivo cedimento della seconda stilata è dovuto al degrado della trave di fondazione e della base delle colonne che hanno perduto sezione, marcite all’appoggio. In queste condizioni il peso ha dato un contribuito al cedimento, ma non ne è stato la causa". Insomma, secondo l'esperto, togliere la massicciata per alleggerire il ponte potrebbe essere letale: "Temo che sarebbe fatale - ha detto Laner ai suoi interlocutori -, non solo in caso di una improvvisa brentana, se prima non si mettono in sicurezza tutte le stilate con adeguate opere provvisionali, ma anche per l'inevitabile disagio per gli abitanti e i visitatori che il devastante intervento provocherebbe, interrompendo per un lungo periodo l'agibilità del Ponte".

Poi c'è il punto dolente della maxi trave reticolare posta sopra l’impalcato prevista nel progetto, che vede il gruppo di bassanesi estremamente contrario. In questo hanno trovato l'appoggio di Laner, il quale ha spiegato: "La trave reticolare orizzontale a livello d’impalcato dovrebbe impedire l'arcuatura del ponte, ma legando tutte assieme le stilate tradirebbe la concezione originaria, che prevede il Ponte costituito da travi isostatiche fra le stilate: cioè una sommatoria di campate indipendenti, col grande vantaggio di prestarsi ad interventi singoli e localizzati. La reticolare invece, ovvero la continuità delle campate, oltre a comportare invasive opere sulle attuali spalle, presume interventi sempre globali in caso di necessità. Insomma le reticolari appartengono a una idea progettuale diversa da quella originaria, e questo non è conservazione" sostiene risolutamente Laner, che nega anche la possibilità che la trave d'acciaio possa rendere antisismico il ponte: "In cinque secoli di storia non ho notizie di danni sismici al Ponte. Una struttura di legno, concepita per resistere alla forza orizzontale delle piene, contiene in sé abbondanti risorse strutturali anche per sismi impegnativi. Spesso si dimentica che la forza del vento, o dell'acqua in questo caso, sono ben maggiori di quella di un sisma"

L'architetto ammette il ricorso a qualche miglioramento, ricorrendo anche a materiali e tecnologie innovative, ma senza intaccare la concezione strutturale: "E' accettabile, come fatto nel 1992, introdurre materiali del nostro tempo, come il cemento armato e l’acciaio inossidabile per la fondazione della stilata. Tutte le parti di legno, degradate e fuori servizio, andranno sostituite".

La ricetta Laner in sostanza prevede di lasciare la massicciata con tutto il suo peso: "Pur rispettando ogni soluzione, io penso che dobbiamo usare tutte le nostre virtù e capacità tecniche per intervenire e, al contempo, provocare i minori disagi possibili al normale scorrere delle attività che il Ponte assolve - ha spiegato il docente -. Non mi pare difficile intervenire subito da sotto, inizialmente sulla seconda stilata e poi sulle altre, rinviando a un secondo momento gli interventi sull’impalcato. Indispensabile infine dovrebbe essere un piano di manutenzione programmata, perché non si può intervenire solo quando il Ponte non ce la fa più".

Più criptica la risposta alla domanda sul perché i progettisti siano arrivati alle scelte sposate dall'amministrazione. "E' una domanda maliziosa - ha detto Laner a Massarotto e Sbordone - e non saprei rispondere. Soprattutto non ho letto le motivazioni che giustificano ciò che sinteticamente mi avete sottoposto, e non so quale storia del Ponte i progettisti abbiano ricostruito e introitato. Ritengo però che, per questi aspetti, ci dovrebbe essere la Soprintendenza a tutelare e salvaguardare il monumento".

Ultimo aggiornamento: 29 Agosto, 10:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA