Un intero paese al maxi schermo
per la finale di Lara su Agon Channel

Mercoledì 6 Maggio 2015 di Claudio Strati
Lara Lago, giornalista bassanese ad Agon Channel in finale al talent Americano

ROSA' - L'appuntamento è stasera alle 21, al bar del patronato della frazione San Pietro, in via Silvio Pellico 6. Il fan club di Lara Lago, la giornalista partecipante al talent "Americano, il primo sulla notizia", su Agon Channel, canale 33, ha organizzato una serata con maxi schermo per seguire la finale, che inizia alle 21.15, trasmessa da Tirana, Albania. Dopo tre lunghi mesi sono rimasti in tre, lei, Lara Lago, Peppe Marici e Candida Angelino. Sono stati tre mesi molto social, iper commentati su Facebook e dintorni da un sacco di gente e tifosi di Lara, spesisi molto anche per farle avere i voti necessari.

Poi le hai fatto il suo e le ha vinte tutte fino alla finale. Interpretando ogni ruolo: cronista, caporedattrice, inviata, casalinga (c'erano telecamere e microfoni nella fatidica casa dei concorrenti), perfino la velina, o meglio "velona" come lei stessa si è definita visto che è donna tutta curve. Dal palcoscenico di Agon al paesello, stasera si torna con i piedi per terra, tra famigliari e amici. Probabilmente c'è anche lei, perchè forse non di diretta si tratta. Ma il risultato è top secret. Ecco alcune sue impressioni per il Gazzettino.

Dai tuoi post iniziali la faccenda era molto intrigante e coinvolgente. E' sempre stato così?

E' stata un'esperienza più interessante di come me la aspettavo. Da subito mi sono ritrovata davanti ad una vera e propria palestra di giornalismo televisivo con tante prove da affrontare e superare, messa sotto esame per ogni aspetto. Non mi aspettavo mi sarebbe stato chiesto di mettermi così tanto in discussione. Avevo una convizione nella vita: che non avrei mai e poi mai partecipato ad un reality show. Il mio essere una finta snob mi portava a vederli come format televisivi sciocchini, fabbriche di illusioni, passatempi per disoccupati alla ricerca della visibilità a tutti i costi.

Eri titubante?

Ho scelto di mettermi in gioco, mi sono buttata anima e cuore, prima in punta di piedi, poi, quando ho capito che si trattava di un’opportunità più grande di me, ho chiuso un attimo gli occhi e mi sono lasciata andare di slancio. Il 21 mi ero detta “Vado a vedere com’è la situazione e torno”, avevo preso due settimane di ferie dal mio lavoro di ufficio stampa, sono arrivata in Albania con le antenne alte. Le ferie sono diventate una lettera di dimissioni e in Italia ci sono tornata dopo un mese, però non in vacanza, ma per sostenere una prova speciale, un collegamento in diretta sulle elezioni amministrative del Veneto.

Sei stata a disagio nella casa sotto l'occhio delle telecamere?

Ha un po' pesato non avere la totale libertà. Ma delle telecamere dopo un po' te ne dimentichi. Finisce che anche lì cantavo e ballo e ridevo a crepapelle in casa, questa volta però sotto gli occhi di tutta Italia. E la produzione non perdeva occasione di montare i nostri momenti più esilaranti. Ogni tanto facevamo i furbetti e senza farci vedere mettevamo il microfono in muto per dire qualche parolaccia ma subito dalla regia ci richiamavano all’ordine.

Non è un rito un po' trito mutuato dal Gf?

Non era il Grande Fratello e ci siamo battuti tutti i giorni perchè non passasse questo messaggio. Al Grande Fratello l’obiettivo è far passare il tempo e farsi notare. Il nostro obiettivo invece qui era mettere in luce le nostre doti da giornalisti. L’idea del reality, nonostante come detto vada molto lontano da ciò che mi sarei augurata, la trovo carina, originale e ben architettata.

Avete conosciuto gli indici di ascolto?

Sappiamo che il programma è stato molto seguito. Lo conferma la pagina facebook del canale dove i telespettatori commentavano ogni nostro serale.

Lo rifaresti?

Beh, è stata una delle esperienze più emozionanti, surreali e intense della mia vita. Inaspettata e forte dal punto di vista della crescita personale. Se quel giorno avessi deciso di restare dov’ero avrei fatto credo l’errore più grande. Nonostante già avessi lavorato in tv nessuno mi aveva mai insegnato in modo così approfondito come stare di fronte ad una telecamera. Il tutto sempre con il sorriso. Un atteggiamento impossibile? Forse. Ma mi sto impegnando per metterlo in pratica ogni giorno.

E' albanese il futuro della tv italiana?

In Albania si lavora benissimo e anche su questo noi italiani abbiamo dei pregiudizi infondati. I giovani albanesi sono molto intelligenti, spesso sanno l’italiano meglio di noi perchè crescono con la tv italiana, sono gentili e molto divertenti. E soprattutto hanno sempre il sorriso. Se questa è la base di partenza credo che il futuro della tv potrebbe anche essere lì. Ad Agon si sta bene, c’è un bel clima.

Professionalmente hai imparato molto?

Sì e molto in fretta. Merito dei nostri due tutor, due giornalisti della redazione italiana di Agon, Tommaso Mattei e Giorgia Orlandi, che ci hanno seguiti quotidianamente con consigli preziosi e con l’esperienza sul campo.

Ti sarebbe scocciato non arrivare in fondo?

Un sacco. Questo per me non è né un gioco né un reality show né un programma televisivo, è lavoro in tutto e per tutto, in una chiave più originale se vogliamo, ma ci ho messo lo stesso impegno che mettevo quando ho scritto un’inchiesta per La Voce di New York, un articolo per il Gazzettino, un servizio per TvA o qualsiasi altra prova lavorativa.

Hai avuto molti feedback dall'Italia anche oltre a fb?

Ho ricevuto ogni giorno richieste di amicizia su Facebook. Anche di molti giornalisti che ci chiedevano come stava andando. Ma il tempo passato a sdraiarci sui feedback è tempo perso. Cercavo di fare il mio senza pensare a chi mi stava seguendo.

Il momento più emozionante?

Il sentimento principale dei miei giorni a Tirana è la gratitudine. Grata di essere una dei concorrenti dell’Americano, di vivere in un paese straniero come ho sempre voluto, circondata da colleghi che sono diventati amici veri. Ogni giorno c’era un momento emozionante, la prova che non ti aspetti, il dover improvvisare le breaking news, l’essere caporedattrice. Devo dire che mi sono divertita molto a gestire un mio programma. Mi hanno dato carta bianca e ho scoperto che dare disposizioni non è poi così male...

Hai avuto anche paura?

Di fronte a un compito c’è sempre la paura, o qualcosa di simile. Il momento più adrenalinico della settimana era la mezz’ora prima del serale del mercoledì. Non sapevi a cosa andavi incontro, sapevi che dovevi superare delle prove a sorpresa in diretta e che qualcuno di noi avrebbe dovuto abbandonare per sempre il programma. E sapevi che dopo quel serale si sarebbero rotti degli equilibri, qualcuno sarebbe stato colto dallo sconforto. Non è stato semplice, ma a me le cose semplici non sono mai piaciute.

Ultimo aggiornamento: 7 Maggio, 07:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA