Pallone d'oro, Pirlo tenta il sorpasso
su Cristiano Ronaldo e Messi

Sabato 30 Giugno 2012
Pallone d'oro, Pirlo tenta il sorpasso su Cristiano Ronaldo e Messi
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dal nostro inviato Ugo Trani

CRACOVIA - Ora lo avranno capito tutti: l’Italia qui per vincere l’Europeo. Andrea Pirlo, 33 anni, non si distrae. Anche se continuano a mettergli medaglie sul petto. Considerato, ormai in tutto il pianeta, il generale azzurro, perché è lui che sta cambiando il destino della nostra nazionale che non era certo tra le favorite del torneo, il regista di Prandelli scansa i complimenti e i riconoscimenti. Per la sua consacrazione assoluta, sa di aver bisogno del successo di squadra. E’ quello l’obiettivo da centrare, dopo il mondiale vinto nel 2006 a Berlino. «Qui ho le stesse sensazioni provate sei anni fa. Può essere una delle ultime occasioni, se penso alla mia età, e voglio provarci». In campo e fuori indica il percorso ai compagni per conquistare quel titolo che gli azzurri hanno conquistato solo una volta, quarantaquattro anni fa a Roma.

La Spagna, però, non è solo l’avversaria della finale di Kiev. E’ anche quel gruppo barcelonista che la rappresenta: Piquè, Pedro, Fabregas, Iniesta, Busquets e Xavi. Sono i sei che possono sbarrare la strada a Pirlo verso la conquista del Pallone d’oro. E consegnarlo, ancora una volta, proprio al loro compagno Messi, l’argentino che se lo porta a casa da tre anni. Andrea, qualche giorno fa, si è chiamato fuori, elegantemente, dalla corsa. Spiegando che non lo riguarda. «Fino a quando ci sono Cristiano Ronaldo e Messi che fanno ottanta reti a stagione non ci sono speranze per gli altri». I prossimi rivali la pensano come lui: attraverso Twitter, lo hanno esaltato. «Grande campione». Nessuno, però, lo ha indicato come candidato per il Pallone d’oro. «Io sono sempre lo stesso, al servizio della squadra».



L’ostacolo è proprio questo. I gol sembrano incidere più delle vittorie. Quando Pirlo, nel 2007, vinse la Champions con il Milan, si piazzò solo al quinto posto, fuori dal podio. Il Pallone d’oro fu di Kakà, grande protagonista del trionfo rossonero. Ma la nazionale, stavolta, potrebbe fare la differenza. In cinque partite di questo Europeo, è stato premiato tre volte come uomo del match. Nella seconda gara contro la Croazia, timbrata con la punizione del momentaneo vantaggio azzurro. La solita «maledetta» che l’ha reso famoso nel mondo, quella palla che si abbassa improvvisamente, imitando il modo di calciare dei sudamericani, in particolare del brasiliano Juninho Penambucano. «Ha l’effetto di un ascensore» disse un giorno Carletto Ancelotti. A Poznan ha beffato Pletikosa, festeggiando il gol azzurro numero 10. Adesso, però, è in copertina per il cucchiaio con cui ha messo a sedere Hart. «Perché il portiere si dava troppe arie e per togliere sicurezza agli inglesi». A Kiev è stato incoronato per quel colpo da sotto, ricevendo il secondo premio. Il terzo giovedì sera a Varsavia. Per l’interpretazione sublime del suo ruolo contro la Germania. Calcio in musica: una questione di ritmo.



«Una prestazione esemplare. Andrea è sicuramente da Pallone d’oro. Perché per vincere il trofeo bisogna tenere in considerazione i successi nelle competizioni in cui un giocatore partecipa». Claudio Marchisio candida il compagno, ricordando i criteri che dovrebbero valere per assegnare il riconoscimento più ambito. Non solo le reti segnate, ma le vittorie. In questa stagione Pirlo, lo stakanovista della Juve con 3705 minuti (nessun bianconero ne ha contati più di lui) e sempre presente anche in queste cinque gare dell’Europeo senza perdere nemmeno un secondo, si è aggiudicato per ora solo lo scudetto. Ma domani sera a Kiev può ribaltare anche il suo pronostico. Scavalcando Ronaldo e sfidando Messi. L’argentino che tiferà per la Spagna.
Ultimo aggiornamento: 1 Luglio, 22:22
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