Operaio fu schiacciato dai profilati di cemento: 6 mesi al collega, 10 al titolare

Giovedì 23 Ottobre 2014
Il 1. marzo 2012, Maurizio Milani, 52 anni, di Villafranca, morì travolto da pesantissimi profilati di calcestruzzo mentre operava nel grande cantiere della Fondazione Pirani-Cremona (ristrutturazione inaugurata pochi nesi fa). É stato uno dei più drammatici infortuni avvenuti nel cuore di Bassano.
La tragica vicenda è stata rievocata in Tribunale a Vicenza. Il giudice Deborah De Stefano, per omicidio colposo, ha inflitto 6 mesi di reclusione a Fabiano Pozzerle, 34 anni, di Verona, dipendente della “Fasoli trasporti", e 10 mesi al datore di lavoro, Antonio Fasoli, 50, pure di Verona. Gli imputati dovranno risarcire la famiglia della vittima con una provvisionale di 50mila euro subito esecutiva. Il computo totale dei danni sarà fissato in sede civile.
Secondo quanto ricostruito l'incidente avvenne durante la posa del solaio del vasto parcheggio realizzato sotto il complesso. Al cantiere di vicolo J. da Ponte erano arrivati due mezzi della “Fasoli” con i componenti della copertura, delle putrelle del peso variabile tra i 55 e i 65 quintali e lunghe da 9 a 11 metri. Il primo camion, un Daf, guidato dal Pozzerle, si fermò all´inizio della discesa che portava allo spazio scavato; alla base di questa era stata posta un´autogru della "Scremin", pronta a scaricare gli elementi. Milani salì fra la cabina e il rimorchio per mettere in sicurezza il mezzo, mentre il collega stava sganciando i cavi. Il Daf però scivolò in avanti, schiantandosi contro l´autogru della Scremin; il carico, sbalzando a sua volta, schiacciò senza scampo il 52enne veronese. Il collega, che si gettò di lato, rimase praticamente illeso. Accorsero sanitari, pompieri, poliziotti e tecnici dello Spisal. La zona fu isolata per recuperare il corpo della vittima (operazione che si rivelò tutt'altro che facile) ed effettuare i rilievi; dalle 8 si andò avanti fino al primo pomeriggio; il centro finì in tilt anche perchè era giorno di mercato.
Dopo i vari accertamenti, la Procura contestò al Pozzerle di non aver applicato il bloccaruote e al Fasoli di non aver impartito adeguata formazione agli addetti.