I cannoni che avevano martellato il territorio furono esposti come trofeo in piazza

Giovedì 21 Agosto 2014
BASSANO - Moltissimi furono i danni subiti da Bassano nella 1. Guerra Mondiale, come dimostra la mappa di marmo collocata sulla facciata nord della chiesa di San Francesco. Quella che non tutti conoscono è la traccia di un bombardamento avvenuto nel 1917 quando un ordigno cadde all'inizio di viale Venezia danneggiando una villa sulla sinistra, dopo l'attuale caffè Excelsior. I segni delle schegge che colpirono il cancello sono ancora visibili se ci si ferma al semaforo all'incrocio con viale delle Fosse e si nota, quasi a livello della sede stradale, una targhetta che dice: "Schegge di bomba aerea qui esplosa il 16 giugno 1917".
L'11 novembre dello stesso anno si dovette cedere la chiesa di San Francesco per trasformarla in alloggio per le truppe di passaggio da Bassano e così accadde alla chiesa di San Giovanni il giorno appresso: a causa del cedimento del fronte dell'Isonzo la truppa in arrivo aumentava in continuazione. Il bollettino di guerra del 24 ottobre 1917 aveva, infatti, dato la notizia della “rotta di Caporetto”. Come scrive nel suo diario un testimone oculare: "Ad accrescere la confusione e lo sgomento, contribuiscono le tristi carovane di fuggiaschi che, sotto una pioggia che cade ininterrottamente da giorni, cercano di mettere in salvo qualche oggetto utile alla loro esistenza futura, diretti in luoghi non raggiungibili dai colpi nemici sparati dai monti”.
Incominciò allora anche a Bassano quello che diventerà un vero esodo, concluso con la partenza degli ultimi profughi il 28 dicembre 1917 che lascerà in città solo un manipolo di duecento cittadini a custodia delle case e di ogni bene della comunità.
Il nemico si avvicinava inesorabilmente e “appena posate le sue batterie inizia a tirare granate sulla pianura”. La nostra aviazione si impegnò moltissimo per la difesa del territorio, alzandosi ripetutamente dal campo di Casoni, tanto che l'11 marzo 1918, per merito del bassanese maresciallo-pilota Giuseppe Ruffato, che ne aveva fornito le coordinate, furono rese inoffensive le batterie installate sopra il monte Spitz di Valstagna, che cannoneggiavano Bassano e tentavano di colpire, soprattutto, la stazione ferroviaria, da sempre obiettivo dell'aviazione nemica.
Dopo gli ultimi colpi di artiglieria della fine di ottobre 1918 e la vittoria italiana quelle “batterie austriache decorarono per alcuni giorni la piazza centrale di Bassano”, come riferisce un relatore nel 1919.
Ruggero Remonato