Bombardato da un aereo nemico esplode in stazione vagone carico di bombe

Giovedì 27 Novembre 2014
In città fervevano i lavori per la costruzione del nuovo ponte in cemento armato che doveva supportare, anzi, quasi sostituire il vecchio ponte in legno sul quale passavano continuamente carriaggi e mezzi «blindati» diretti al fronte dell'Altopiano. L'esercito aveva messo in azione una enorme e complessa macchina logistica per garantire alle truppe al fronte risorse alimentari, attrezzature, vestiario e quant'altro serviva alla loro sopravvivenza e ciò fece, crescere quasi in modo incontrollato, i prezzi alla popolazione rimasta nelle città. In particolar modo aumentarono i generi di prima necessità come il latte, il grano, la farina, lo zucchero ed ogni altro genere alimentare tanto che queste merci dovettero essere calmierate. Considerato che la maggioranza della popolazione maschile valida era al fronte, ogni nucleo familiare era costituito da vecchi donne e bambini che, con le poche risorse di cui disponevano, erano costretti a ricorrere alle autorità per la loro sopravvivenza. Visto che i soldati che stazionavano in città erano costantemente in aumento (dal 1915 al 1916 passarono da poco più di millecinquecento a circa seimila), molti integravano le poche entrate con facili lavori e servizi alle truppe di passaggio modificando, così, la loro situazione economica che, spesso, rasentava l'indigenza. La mattina del 4 agosto 1916 accadde quel fatto arcinoto delle bombe sganciate da un aeroplano austriaco sopra un vagone che sostava in stazione, carico di esplosivi, che aspettavano di essere trasportati in prima linea. I proiettili contenuti nel vagone ferroviario cominciarono a scoppiare e per quattro ore la nostra città subì una pioggia di schegge arroventate che danneggiarono i fabbricati colpiti, particolarmente quelli accanto alla linea ferroviaria. Secondo quanto scritto da Achille Marzarotto nel 1919 su «Bassano attraverso la guerra», il merito di avere salvato la città, andò a chi si trovava in una certa posizione di privilegio; infatti egli celebra questo fatto con le seguenti frasi:" àil ricordo di quel giorno è sempre vivo ed angoscioso al quale va congiunto, a memoria perenne, il nome del valoroso ed intrepido generale Basso, da cui si intitolò poi una via cittadina. "La stampa di allora, comunque (20 agosto successivo) pur indicando, nello stesso articolo, i personaggi, diremo «di rango», informava i lettori che:" àci sembra doveroso segnalare l'ardimento dimostrato dai signori cav. Ing. Mantruschi ispettore capo, il signor Guido Zanchetta applicato, i signori Poggi e Gasparini manovratori e il signor Forte Cristiano frenatore." Queste sono le persone che, per prime, si sono adoperate per togliere da una posizione pericolosa il vagone in fiamme, successivamente furono aiutate dai pompieri guidati dai loro comandanti. Si ritiene che, almeno in questa sede, sia dato il merito a chi si è impegnato, al costo della propria vita, per impedire un pericolo imminente che avrebbe di sicuro danneggiato parte del centro storico. (((remonator)))