Voleva farsi adottare dal ricco clochard

Sabato 23 Maggio 2015
Il dottor Maurizio Guglielmo, il medico di 57 anni di Belluno a processo con l'accusa di circonvenzione di incapace, voleva farsi adottare dal facoltoso amico Guido Ricci, il clochard miliardario veneziano che aveva propeietà anche in centro storico.
Lo aveva pianificato passo dopo passo nei suoi appunti riassunti nel diabolico "Le plan bleu”. Pochi punti in cui era racchiusa una sorta di strategia pianificata da Guglielmo per portare Ricci a fidarsi di lui.
«Diventando suo figlio potrà usufruire di un medico in casa e delle visite gratis ai parenti», aveva scritto Guglielmo. I dettagli di quella diabolica strategia sono emersi nel processo che si è aperto ieri in tribunale a Belluno e che vede Maurizio Guglielmo alla sbarra per circonvenzione di incapace, per l'eredità Guido Ricci, l'uomo facoltoso e eccentrico nato a Venezia e morto a Belluno nel settembre 2013. In ballo un patrimonio stimato di 13 milioni. Da una parte i 2 eredi legittimi, lontani cugini Antonio Fanna di Villorba e il veneziano Dualdo Foscolo (parte civile avvocati Annamaria Coletti e Cristiano Alessandri). Dall'altra Guglielmo imputato (avvocato Paolo Patelmo) che avrebbe fatto scrivere al Ricci un testamento olografo in cui lui risulta il beneficiario del patrimonio.
Dopo diversi rinvii, due richieste rigettate di «rimessione del processo per l'ambiente compromesso» ieri sono stati ascoltati i testi. Prima lo scontro tra accusa e difesa nella quale sono finiti anche i giornalisti, fotografati dall'avvocato della parte civile «per indagini difensive», mentre, in un momento di pausa, parlavano l'avvocato Patelmo.
Guglielmo non c'era: aveva preso troppi farmaci per una crisi di panico e ieri in mattinata è stato ricoverato in ospedale.
Le indagini erano partite dalla segnalazione ai carabinieri della banca. Ieri ha parlato la dipendete dell'Unicredit, dove Ricci aveva un milione di euro e quello della Bnl, dove aveva un milione e 200 mila euro. «Non prelevava mai», ha detto il bancario. Quell'uomo aveva sempre lo stesso cappotto, ma dietro quella trascuratezza si nascondeva la fortuna che il dottor Guglielmo aveva subodorato. Tenta di far mettere i soldi di Ricci in un "conto calderone". È lì che viene fermato. Nei suoi appunti il piano diabolico dove c'erano i nemici: le assistenti sociali, la vicina, la casa di riposo e anche il veneziano Marengo, che gestiva i beni immobiliari del Ricci a Venezia. Sentita anche la consulente della procura che ha esaminato le firme del Ricci sulla richiesta alla banca per creare liquidità e sui testamenti: sono originali, ma la richiesta alla banca era stata scritta da Guglielmo.
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