Tre bambini afghani abbandonati in stazione

Martedì 1 Settembre 2015
Erano soli, con l'aria sperduta e il viso rigato dalle lacrime, tra il via vai della gente che affollava la stazione ferroviaria di Santa Lucia. Immagini che «ti toccano il cuore», come hanno riferito gli stessi agenti della Polfer che li hanno trovati, ieri mattina, attorno alle 8.30. Giovanissimi migranti arrivati chissà come in Italia. Loro hanno raccontato di essere partiti dall'Afghanistan, di aver attraversato i Balcani in auto, di voler arrivare a Londra dove già vivono dei loro parenti. I tre hanno anche detto di avere rispettivamente 16, 13 e 12 anni. Ma a detta degli agenti e del personale delle Politiche sociali del Comune chiamato sul posto, potrebbero essere anche più giovani. I due più piccoli dimostrerebbero meno di dieci anni. Possibile che siano arrivati fin qui da soli? Altri lo hanno fatto. Chissà... Di certo, sono giovanissimi e impauriti. Ieri mattina, davanti agli agenti, continuavano a piangere, non volevano nemmeno un bicchiere d'acqua. Solo l'arrivo dell'interprete li ha un po' calmati. Solo a quel punto si sono lasciati rifocillare. Addosso non avevano né documenti, né soldi. Ma erano in buone condizioni di salute. Gli agenti ipotizzano che fossero in compagnia di qualche adulto che forse si è dileguato alla vista degli agenti. Per questo la Polfer sta passando in rassegna le registrazione delle telecamere, nella speranza di trovare qualche indizio utile. Intanto i tre ragazzini sono stati affidati alle Politiche sociali del Comune per essere collocati in una struttura per minori.
«I luoghi più interessati dall'abbandono di minori stranieri - spiega l'assessore comunale alle Politiche Sociali Simone Venturini - sono quelli che dispongono di grandi infrastrutture come stazioni, porti e aeroporti». A Venezia il fenomeno è in crescita, sono oltre un centinaio i minori all'anno ritrovati che possono rimanere nelle strutture protette fino alla maggiore età: qualcuno scappa e qualcuno trova lavoro grazie all'azione degli assistenti sociali. Per prima cosa però, l'amministrazione cercherà di rintracciare eventuali parenti dentro e fuori la regione. «Non si fa distinzione tra profughi o no - aggiunge Venturini - il Comune prende in carico tutti i minori stranieri non accompagnati all'interno di strutture specializzate». E alla, lo Stato rimborsa al Comune una quota per il vitto e l'alloggio dei piccoli, che però è sempre inferiore alle spese effettive. «Gli uffici mi segnalano - prosegue l'assessore - che c'è un incremento di questi episodi nell'ultimo periodo, complici anche le emergenze internazionali. Venezia è la porta dell'Est sia su gomma sia sui binari quindi è più interessata e subisce maggiormente questo fenomeno rispetto ad altri Comuni». L'intenzione ora, è quella di fare una segnalazione al governo per chiedere equità nelle spese di mantenimento dei minori. «Cercheremo di capire - conclude Venturini - quali siano i margini per un intervento condiviso e non lasciare che le spese siano interamente a carico delle casse comunali. Questa specificità di Venezia "non voluta" non deve pesare sulla collettività».
(ha collaborato

Giorgia Pradolin)

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