Sicurezza, la svolta Vigili armati e a tempo pieno

Mercoledì 29 Luglio 2015
Tutti i 383 agenti e funzionari di polizia municipale saranno progressivamente dotati di pistola e addestrati all'uso di armi da fuoco e alla difesa personale. Non ci sono più le condizioni, infatti, per avere il 60 per cento degli agenti senza armi da fuoco in dotazione. Rispetto a vent'anni fa è cambiato tutto e oggi i "vigili" si trovano a dover svolgere compiti che allora erano riservati a polizia e carabinieri: contrasto allo spaccio, allo sfruttamento della prostituzione, al degrado e alla criminalità di strada. Per questo, uno dei primi atti dell'amministrazione Brugnaro è stato quello di rispolverare la proposta di modifica del Regolamento di polizia municipale, che il commissario ha deciso di lasciare alla giunta in carica per la decisione definitiva.
«L'armamento di tutti i vigili - ha spiegato in commissione l'assessore alla Sicurezza, Giorgio D'Este - serve per garantire una congrua attività serale e notturna e svolgere un vero servizio h24».
La legge prevede infatti che il personale possa girare disarmato fino alle 22 al massimo. Dopo, c'è l'obbligo di essere armati, così come bisogna avere l'arma per lavorare in sala operativa.
«Le esigenze sono profondamente cambiate con il trattato di Schengen e l'apertura della Ue ai Paesi dell'Est - ha spiegato il comandante Marco Agostini - e in queste condizioni anche un semplice controllo di un'auto può diventare rischioso. Oltre al fatto che l'80% dei vigili italiani sono ormai armati, c'è il problema che a Venezia fino a poco tempo fa c'era un "gentlemen agreement" per cui i servizi venivano fatti anche senz'armi. Da mesi, però, continuiamo a ricevere diffide dai sindacati e quindi l'armamento è l'unica strada se vogliamo fornire un servizio».
Gli agenti saranno armati progressivamente e in seguito all'accertamento dei requisiti psicofisici. Questi requisiti potranno essere verificati ogni volta che il comandante lo disponga, anche senza motivazioni. Tra i consiglieri c'è chi ha chiesto di mantenere la periodicità delle visite (portata da 3 a 5 anni) che dovrebbero essere effettuate dai medici della polizia.
Particolare attenzione è stata posta all'obiezione di coscienza: «Solo chi l'ha esercitata durante il servizio militare obbligatorio può continuare a farlo e può anche rinunciarvi, come hanno fatto due persone finora. Tutti gli altri ovviamente no e nel concorso che sarà fatto per l'assunzione di 50 agenti a termine, una condizione fondamentale sarà la disponibilità incondizionata al porto d'armi da fuoco. Riconoscere l'obiezione in altri casi vorrebbe dire consentire di non fare la notte a chi non lo vuole e questa discrezionalità non è ammessa».
Qualche polemica non è mancata sulla custodia delle armi, a cura dell'agente (a casa in un armadietto blindato o in centrale in armeria) e qualcuno (Sambo e Visman) ha sollevato l'inopportunità di avere armi a Venezia.
«Non è che a Venezia ci sia bisogno di minor tutela che a Mestre - ha tagliato corto D'Este - stiamo parlando di persone che hanno scelto nella loro vita di fare gli agenti e non gli impiegati. Ne abbiamo pochi rispetto ad altre città analoghe come Bologna o Firenze e dobbiamo cercare di farne uscire in strada il maggior numero».
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