Primarie con il rebus delle regole

Mercoledì 26 Novembre 2014
Tre candidati ufficiali in corsa, un paio alla finestra e un bel po' di questioni da risolvere, con la complicazione che - da qui alle Primarie - ci sono di mezzo le feste di Natale. Un bel problema per il centrosinistra, alle prese con la costruzione della coalizione che a primavera si batterà per il Comune di Venezia. In campo, com'è noto, è scesO il vicesindaco uscente, il Pd Sandro Simionato. Con lui due consiglieri comunali uscenti, Jacopo Molina, renziano della prima ora, e Sebastiano Bonzio, esponente di Rifondazione comunista (Ora Fds). Entrambi con qualche questione da risolvere: per il primo l'ostacolo principale da superare, oltre all'ostracismo della vecchia guardia del partito alla quale ha dichiarato guerra da tempo, è il regolamento che prevede, per la candidatura alle Primarie di coalizione, la firma del 35% dei componenti la direzione del Pd. Una soglia piuttosto alta che pone Molina in concorrenza diretta con Simionato, uscito allo scoperto a fine settimana con l'obiettivo di guidare una squadra di giovani decisi a tenere alta la bandiera del partito scosso dal "terremoto" dell'inchiesta sul Mose che ha affondato la Giunta Orsoni. Per Bonzio, i problemi vengono dalla sinistra. Il coordinatore metropolitano di Sel Federico Camporese spiega di non avere concordato alcun sostegno alla candidatura di Bonzio: «Sel, insieme ai Verdi e all'associazione In Comune punta a dare vita alla lista 2020VE», per «una stagione politica alternativa ma in una logica di governo». Una brusca frenata alla mossa di Bonzio, dunque: Camporese auspica «meno protagonismi e un maggiore sforzo collettivo per definire la cornice su cui muoversi». Va detto che anche la Cgil metropolitana, chiamata in causa, «ribadisce la propria autonomia nei confronti delle forze politiche che stanno per entrare nella competizione elettorale».
Ci sono poi i candidati alla finestra: Gianfranco Bettin, assessore uscente all'Ambiente ed esponente di In Comune, ha già dichiarato che «alle Primarie ci saremo», con un programma che sta già elaborando con gli alleati di Verdi e Sel. E poi il senatore Felice Casson, che alle Primarie dello scorso anno in vista delle Politiche ha sbaragliato il campo in casa Pd. A lui guardano non solo in centrosinistra ma anche gli avversari, alle prese con la scelta del "competitor" ufficiale. «Non sono candidato a nulla - commenta Casson da Bruxelles - quando ci sarà il regolamento e la data delle Primarie prenderò una decisione».
Già, il regolamento. Dopo aver dato vita agli "Stati generali" per la stesura del programma elettorale, il Pd si trova a non avere ancora definito le "istruzioni per l'uso" delle Primarie in programma a fine gennaio. «La prossima settimana sarà convocata una direzione del Pd - spiega il segretario comunale Emanuele Rosteghin (foto in alto) - che dovrà fare una sintesi del percorso programmatico svolto in questi mesi. Sarà questa la base sulla quale convocheremo le Primarie. La priorità è decidere le cose da fare il giorno dopo avere vinto le elezioni». Ma la direzione dovrà anche definire le regole del gioco invocate da Casson (ma anche dagli altri contendenti). E di tempo, con le vacanze di mezzo, non ne rimane poi molto.
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