Pizzo sfida le coalizioni: «Una forte regia pubblica per la gestione della città»

Domenica 24 Maggio 2015
A sinistra manca la coerenza e a destra è radicata la visione "privatistica" nella gestione della città. Quindi lancia un appello «agli schifati» che vogliono disertare le urne: «Un voto utile esiste, scegliete il nostro progetto». Giampietro Pizzo, 54 anni, economista, vive a Cannaregio ma ha girato il mondo. «Ho passato molto tempo in America latina e in Africa dove mi occupavo di cooperazione allo sviluppo - racconta - Tornato in Italia, ho lavorato alla costituzione di Banca Etica e poi al ministero degli Esteri». Ora è di nuovo a Venezia e presiede una società che si occupa di microfinanza. Con il movimento Venezia Cambia 2015 ha deciso di candidarsi a sindaco e lanciare una sfida ai partiti: «Non riescono a riformarsi, c'è bisogno di una proposta nuova». E spiega: «Non c'è coerenza: dicono di volere una nuova stagione ma poi, nelle coalizioni, hanno pezzi delle vecchie amministrazioni che hanno prodotto questo disastro». Non parla più del tentato dialogo con Felice Casson, fallito per il muro eretto da altre forze della coalizione di centrosinistra, ma non risparmia le critiche ai suoi alleati. «Ci sono interessi organizzati e persone che hanno tratto vantaggi dalle amministrazioni precedenti - dice Pizzo - Per questo consiglio a Casson di affrancarsi da quei gruppi, solitamente molto ristretti, alleati solo per preservare i loro interessi di rendita e di posizione». Se i candidati di destra «puntano invece a privatizzare la città», Pizzo sottolinea l'urgenza di recuperare una forte regia pubblica. E su questo tema tira in ballo anche il commissario: «Non è tollerabile che si continuino a vendere pezzi del territorio. Zappalorto ha firmato il protocollo d'intesa e si impegna a cedere a Save il terminal di Tessera. A quale titolo vuole alienare altri beni del Comune? Chi ha in testa privatizzazione della città non può governare Venezia». Il Movimento 5 Stelle invece sarebbe una risorsa: «Ma è una struttura chiusa con troppa autoreferenzialità - commenta Pizzo - I loro sistemi di democrazia interna lasciano il tempo che trovano e "lo staff" mi sembra un grande fratello che decide tutto".
Il programma di Venezia Cambia 2015 è frutto di un lungo lavoro di assemblee cittadine. «Per risanare il bilancio serve una governance dei beni comuni che coinvolga i cittadini - spiega Pizzo - E poi bisogna puntare su un turismo veramente sostenibile per mettere al centro l'ambiente, la tutela di Venezia e della sua laguna. Per noi, la prima e unica grande opera è la manutenzione urbana e la cura del territorio».
Un'altra risorsa, per il candidato di Venezia Cambia, è rappresentata dalle comunità straniere: «C'è un problema nel concetto di città aperta e sicura, e si commettono errori che portano alla chiusura verso queste comunità. Spesso, invece, sono nostre alleate. Penso ai bengalesi: sono parte della comunità cittadina e come noi chiedono sicurezza e lavoro. Ai veneziani chiediamo di non avere paura e di non guardare indietro. Il nostro è un voto utile, che può aiutare a mettere al centro quel dialogo che spesso nei partiti viene ucciso». (M.Fus.)
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