Occhio al menu turistico: fregatura in trattoria nel nome di San Marco

Domenica 26 Aprile 2015
Siamo venuti a Venezia in 11 dalla provincia di Padova: 7 adulti e 4 bambini. E per pranzare abbiamo scelto la solita trattoria in zona Santi Apostoli, che l'anno scorso ci aveva trattato molto bene. Il gestore, nel nome di San Marco e della festa veneta, ci ha accolto a braccia aperte, proponendoci un menu turistico speciale: antipasto (sarde in saor o misto bollito di pesce), risotto di pesce, secondo (seppie o baccalà e polenta) più vino della casa, dolce, acqua e caffè. Per i 4 bambini, cotolette e patatine. Fiduciosi, abbiamo ordinato 8 antipasti bolliti, 4 sarde, 7 risotti di pesce, tre spaghetti alle vongole, 5 secondi, 2 fritture più 5 dolci, 5 bottiglie di acqua minerale, due coca cola, vino sfuso, un liquore e 5 caffè. Il conto finale del menu? 631 euro con fattura, 499 senza (evidentemente in omaggio al nero delle seppie). Alle nostre rimostranze, ci è stato risposto che eravamo andati oltre il menu turistico. Ci siamo fatti dare più tardi copia della ricevuta (senza ora di emissione, quindi "dubbia"), pronti a mandarne copia all'associazione di categoria e non solo. Tralasciamo il costo dei singoli piatti: basti sapere che per tre quarti di vino bianco sfuso (di modesta qualità) ci sono stati fatti pagare 24 euro. Viva Venezia, viva San Marco!
Lettera firmata

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