La sfida di Kamrul: «Voglio dar voce agli immigrati»

Sabato 30 Maggio 2015
«È il candidato degli immigrati. Non solo dei settemila bengalesi che vivono tra Mestre, Marghera e Venezia, ma anche degli ottomila moldavi fino ai 100 nepalesi. E se ce la fa ad entrare in Consiglio comunale, è sicuro che Kamrul Syed, 46 anni di cui 20 passati a Mestre, qualcosa combinerà. In questi giorni sta battendo a tappeto i suoi connazionali. Niente macchina, solo bus. Niente manifesti, solo qualche incontro improvvisato nei bar, per spiegare il suo programma, raccolto in un foglio A4 scritto in lingua bangla «nel quale ricordo il lavoro che ho svolto in questi anni per gli immigrati, aiutandoli con i permessi di soggiorno e nel lavoro o per trovare casa». Fino alla manifestazione che un paio di settimane fa ha richiamato in piazza più di duemila bengalesi, decisi a chiedere una svolta nelle indagini sulla baby gang che da un paio di anni si divertiva pestare gli immigrati. E alla fine l'ha avuta vinta lui, Kamrul Syed, che è riuscito a tenere a freno i bollenti spiriti dei più giovani, che volevano farsi giustizia da soli e a ottenere l'intervento delle Forze dell'ordine, che hanno arrestato la baby gang. Forte anche di quel successo, Kamrul Syed, portavoce della comunità bengalese, sposato, tre figli, si presenta come candidato nella lista Casson ad uno scranno del nuovo Consiglio comunale di Venezia. «Ma voglio che mi votino anche i tanti italiani che mi conoscono e che sanno quanto mi sono battuto per l'integrazione, per evitare conflitti e per far sì che questa sia una città più sicura per tutti. La prima cosa che vorrei fare? Mettere cartelli multilingue in via Piave. Non si può chiedere il rispetto delle regole se non ci si capisce». (m.dia.)

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