Incendio a Mazzorbo, perizia sul principale testimone

Giovedì 17 Aprile 2014
Servirà una perizia per accertare la capacità di testimoniare di una delle principali fonti d'accusa nei confronti di Mattia Quintavalle, il ventisettenne di Mazzorbo imputato di tentato omicidio e incendio doloso in relazione ad un episodio avvenuto sull'isola nel novembre del 2011 quando, nel corso della notte, fu appiccato il fuoco alla porta dell'abitazione di due fratelli cinquantenni.
A individuare Quintavalle come il responsabile dell'incendio fu un vicino di casa, il quale ha raccontato agli inquirenti di averlo riconosciuto. Ma ieri mattina, nel corso del processo apertosi davanti al Tribunale sono stati posti dubbi sulla capacità dell'uomo di poter testimoniare. E il collegio presieduto da Sara Natto ha deciso di affidare l'incarico ad uno specialista che verrà nominato nell'udienza del prossimo 7 maggio.
Nell'udienza di ieri sono stati ascoltati i due fratelli, costituitisi parte civile al processo con l'avvocato Fabrizio D'avino: entrambi hanno riferito di aver visto Quintavalle davanti a casa loro non appena divamparono le fiamme. Uno dei due ha poi parlato di una seconda persona che per il momento non è sotto processo.
Il Tribunale ha poi ascoltato alcuni residenti di Mazzorbo e altri ragazzi che la sera dell'episodio finito sotto accusa avevano partecipato ad una cena, terminata attorno a mezzanotte, e hanno riferito di aver visto Mattia Quintavalle allontanarsi assieme ad un amico, il quale ha raccontato ai giudice di averlo lasciato poco dopo per andare a dormire a Burano, a casa della nonna.
Dalle varie testimonianze è emerso che i due fratelli vittime dell'incendio erano conosciute a Mazzorbo per ripetuti atti di disturbo nei confronti dei residenti, dai quali sei recavano durante le ore serali e notturne a suonare il campanello, senza alcun motivo: il movente dell'incendio potrebbe essere ricondicibile a tale circostanza.
L'imputato, difeso dall'avvocato Renato Alberini, respinge ogni accusa.
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