In fila per lasciare una frase, la città si riscopre forte davanti al dolore

Martedì 24 Novembre 2015
Una processione lunga, interminabile, che per tutta la giornata di ieri ha visto veneziani e turisti stranieri avvicinare i loro sguardi e i loro pensieri alla famiglia Solesin, ma soprattutto al feretro, inondato di fiori, di Valeria. Persone di tutte le età si sono avvicendate per dire il loro "ciao" a Valeria, tra cui anche un'anziana con difficoltà a camminare e aggrappata al suo bastone.
I genitori sono stati vicino alla figlia fino a metà mattinata, prima di prendersi una pausa per tornare più tardi a ricevere il premier Matteo Renzi in compagnia del figlio. Nulla può ripagare la perdita di una figlia, ma ieri, come nei precedenti giorni, non è certamente mancato il calore di tutta una Venezia che ha deciso di sentirsi legata, come sorella o genitore, a Valeria.
Tra le testimonianze di chi era in coda ad attendere il proprio turno per salutare la giovane ricercatrice c'era chi in mano aveva un fiore, chi non se la sentiva di dire nulla e chi, pur non conoscendola, affidava il suo dolore alle lacrime per una perdita che ha scosso la città intera. Qualcuno però voleva dire la sua, un messaggio per la famiglia, un modo per suddividere il dolore tra tutti, come se Alberto, Luciana e Dario potessero sentirsi un po' sollevati: «Sono un suo concittadino - dichiarava Pierluigi - è un momento particolare e mi sembrava doveroso stare vicino alla sua famiglia per questa grave perdita». O Francesca, che si sente parte di una comunità scossa: «Siamo italiani e europei, è stato brutto conoscere la sua bellezza soltanto dopo averla persa». E Federico: «Sono un insegnante di un istituto veneziano, non la conoscevo, ma è giusto porgere a lei e alla famiglia un segnale di affetto e di vicinanza».
Tanta solidarietà verso la famiglia e tanti pensieri per una persona che non c'è più anche nei libri delle condoglianze, che venivano cambiati con una rapidità inusuale perché esaurivano lo spazio. Tre banchi e una quindicina di penne all'uscita della camera ardente raccoglievano le sensazioni e le emozioni di chi ha voluto lasciare un ricordo in tutte le lingue del mondo.
Il saluto più ricorrente era il "Ciao", a cui si aggiungeva l'altrettanto semplice "Un pensiero", o un "Ciao grande donna". E mentre Sarah lasciava scritto: «Anche se non ti conosciamo rivolgiamo un pensiero a te e alla tua famiglia», Valentina invece seguiva con un: «Valeria resterai sempre nei nostri cuori». Toccante il messaggio di Valérie, scritto in italiano: «Sono francese, lascio qui un messaggio di pace». Infine quello di Gianni: «Perdonaci per questo mondo violento e intollerante - ha scritto - nel quale ti abbiamo fatto vivere e morire. Sei nel mio cuore».
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