Il segretario generale dell'Unesco: «Venezia non rischia l'esclusione dalla lista del patrimonio mondiale»

Domenica 26 Ottobre 2014
«Non si può dire che Venezia rischi l'uscita dal patrimonio Unesco». A smorzare la polemica sull'ipotesi che le criticità della città lagunare possano compromettere la sua appartenenza ai siti patrimonio dell'umanità è stato Mounir Bouchenaki, special advisor presso il segretariato generale Unesco, a margine del Premio internazionale per la salvezza del patrimonio culturale, organizzato dall'Associazione Priorità Cultura e dall'ufficio di Venezia del Consiglio d'Europa.
Svoltosi ieri tra Palazzo Ducale e Palazzo Cavalli-Franchetti alla presenza del ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, e concluso con l'attribuzione del riconoscimento al professore siriano Maamoun Abdulkarim, per l'azione a tutela del patrimonio culturale del suo Paese devastato dalla guerra. «Uscire dalla lista è tutt'altro che facile - ha spiegato Bouchenaki - In presenza di problemi, questi vengono segnalati all'Unesco, che nel merito s'impegna a stilare un rapporto e di presentarlo al Comitato per il patrimonio mondiale. Quest'ultimo provvede poi ad aprire una discussione con il Paese di riferimento, finalizzata a una valutazione congiunta dei fatti e a trovare insieme una soluzione. E anche in assenza di risposte, primo passo è segnalare il sito nell'elenco come »in pericolo", non eliminarlo del tutto".
Il consigliere speciale del direttore generale Unesco ha continuato precisando che «la materia non potrebbe essere più seria, e implica una responsabilità che va oltre gli Stati e la Comunità internazionale. In un rapporto sempre e comunque dialettico, che normalmente non porta a una facile esclusione del sito contestato dalla lista». E aggiungendo che fino ad oggi, dopo un processo lunghissimo, «da questa sono stati tolti solo un sito naturale in Oman e la valle dell'Elba a Dresda».
«In ogni caso - ha tagliato corto Bouchenaki - Venezia non corre alcun pericolo di esclusione». Aggiungendo più tardi, durante il suo intervento, che «c'è una storia importante sulla conservazione della città. Con grandi successi, a partire da quelli ottenuti dallo Stato italiano dopo l'alluvione del 1966».
Vettor Maria Corsetti

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