Il commissario azzera l'integrativo di giugno

Venerdì 25 Luglio 2014
Tutto da rifare. Il contratto integrativo dei dipendenti comunali firmato dalla direzione generale del Comune dopo una lunga trattativa con i sindacati e su mandato dell'allora sindaco dimissionario Giorgio Orsoni dovrà essere rivisto. E non certo al rialzo.
Il commissario Vittorio Zappalorto ha incontrato ieri le organizzazioni sindacali per un primo incontro "di conoscenza", ma si è affrettato a comunicare loro che non ci sono più le condizioni che avevano portato il Comune a siglare il patto di giugno, che di fatto conservava integri gli stipendi e fermava la restituzione della produttività da parte dei dipendenti, iniziata con il 2014. In regime commissariale è infatti vietato procedere alla sistemazione del bilancio con partite straordinarie come le alienazioni patrimoniali e pertanto i 47 milioni che mancano all'appello per chiudere i conti in pareggio dovranno venire da tagli alla spesa e da nuove entrate.
È in questo contesto che ieri ai sindacati è stato detto che si dovranno rivedere alcune cose e che per questo all'integrativo firmato non sarà dato seguito.
Molto perplessi i sindacati, i quali si chiedono per quale motivo alla stessa controparte rappresentata dalle stesse persone l'integrativo prima andasse bene e adesso no.
«C'erano indicazioni politiche differenti» - si affrettano a precisare a Ca' Farsetti.
L'incontro è stato definito "negativo e deludente" in una nota congiunta dei sindacati.
«Le prime affermazioni del commissario - affermano i vertici sindacali - sono state generiche e ipotizzano tagli diffusi e nuove entrate, seppur sulla base di una presunta equità e tutela delle fasce sociali più deboli. Sulle stabilizzazioni dei dipendenti il commissario si riserva di effettuare alcuni approfondimenti. Sono affermazioni preoccupanti. Come delegazione sindacale abbiamo ribadito che vogliamo la conferma degli accordi e del fondo per la contrattazione integrativa 2014 già sottoscritti».
Una voce fuori dal coro è rappresentata dall'autonomo Diccap, che chiede al commissario prima di tutto di non mantenere in piedi la stessa struttura organizzativa. Il riferimento è alle decine di posizioni apicali nominate in passato che oggi coordinano solo se stesse e che il Diccap chiede di abolire con un notevole risparmio.
«Deve esserci - dice il segretario Luca Lombardo - un serio ripensamento e ridimensionamento della struttura organizzativa esistente prima di arrivare a qualsiasi decisione di tagli sul personale».
Infine, un distacco anche dal sindacato dirigenti, che aveva firmato la nota congiunta.
«Occorre - conclude Lombardo - analizzare anche il diverso grado di responsabilità e i dirigenti che hanno sbagliato dovranno pagare contribuendo anche economicamente a sanare il disavanzo».
© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci