I centri sociali infiammano le elezioni

Martedì 26 Maggio 2015
Era inevitabile che gli scontri e la "militarizzazione" di piazza Ferretto domenica sera per il comizio di Matteo Sealvini e la contromanifestazione dei centri sociali finissero per irrompere nell'ultima settimana di campagna elettorale, anche con polemiche sui social network e sul sito del Gazzettino.
Ci pensa Luigi Brugnaro a dar fuoco alle polveri, ribadendo peraltro un concetto già espresso. «Per l'ennesima - attacca Brugnaro - questi “signori” non hanno perso occasione per mostrare alla città il loro vero volto. Come al solito non sono in grado di accettare alcun confronto democratico e puntano solo sulla prepotenza e l'aggressione. È inaccettabile che un centro città, la domenica sera, debba essere militarizzato. Per fortuna in molti stanno aprendo gli occhi e vogliono voltare pagina rispetto a un blocco sociale che tiene sotto scacco la città da 20 anni dicendo “no” a tutto: no alla croceristica, no alle bonifiche, no al Mose, no all'alta velocità, adesso no anche all'Expo. Persone che mai hanno lavorato nella vita e da sempre fanno leva sulla protesta e sul provocare disordini per avere un po' di riscontro mediatico».
«A questi movimentisti di professione, divenuti insopportabili - aggunge Brugnaro - la Venezia laboriosa che s'impegna e fatica tutti i giorni, dice che la misura è colma. Esprimo la massima solidarietà alle Forze dell'Ordine che in questa circostanza, come in tante altre quando hanno avuto a che fare con i centri sociali, si sono trovati a gestire una situazione delicata e l'hanno fatto al meglio, con competenza e saggezza».
Gli fa eco Gian Angelo Bellati, candidato sostenuto da qella Lega di cui Salvini è segretario nazionale. È Bellati a pubblicare la doppia foto su Facebook, di una piazza divisa: «Lascio parlare le immagini - dice - Da una parte una piazza strapiena e in festa rispettando la democrazia, dall'altra alcuni manifestanti che vorrebbero impedire il diritto ad esprimersi. Basta con i partiti che hanno distrutto Venezia e il loro braccio armato».
Ma da Twitter invece risponde Beppe Caccia, che si schiera con i manifestanti: «Mestre non vuole Salvini - conguetta - Respingiamo il razzismo. Lega ladrona ti cacciamo dalle nostre città». E "ritwitta" il commento di una ragazza che, pubblicando una foto degli scontri, attacca le forze dell'ordine: «Polizia con Salvini carica i cittadini antirazzisti. Siete voi i violenti».
Il Movimento 5 Stelle di Venezia condanna i manifestanti. «Pur non condividendo il pensiero del segretario della lega e prendendo la distanza da molte sue rischiose esternazioni - recita la nota - non tolleriamo che il dissenso possa esprimersi con una  violenza che oltre a danneggiare la città mette in pericolo l'incolumità  dei cittadini».
«Di primaria importanza sono il rispetto della persona, delle idee e dei beni  pubblici - aggiunge il candidato sindaco pentastellato Davide Scano - Rispetto che viene a mancare durante questo tipo di manifestazioni. Le proteste sono legittime e talvolta indispensabili purché non assumano  simili modalità. Perché poi il conto dei danni non lo paga Salvini ma i residenti del Comune di Venezia».
Tornando su Facebook, Michele Scibelli ("Venezia popolare", l'ala dell'ex Udc che sta a sinistra) accusa invece i sostenitori della Lega: «Salvini a Mestre per appoggiare Bellati. Bellati al ballottaggio appoggerà Brugnaro. Vergogna ai moderati cattolici che oggi stanno con la destra. Il nostro posto è vicino a chi ha bisogno».
Una dura presa di posizione arriva invece Franco Maccari, segretario generale del Coisp, il sindacato di polizia: «Le assurde immagini cui abbiamo assistito a Mestre, in occasione del comizio di Salvini, sono solo l'ennesimo esempio di come questa città, come altre, sia letteralmente ostaggio di una mentalità che per principio giustifica tutto pur di contestare. Ma la legge è legge per tutti».
© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci