Grandi navi, i sospetti di De Piccoli

Sabato 19 Aprile 2014
La vicenda grandi navi si tinge di "giallo". All'indomani del vertice a Roma tra i Ministri alle Infrastrutture, all'Ambiente e ai Beni Culturali, con l'autoriduzione volontaria da parte delle compagnie di navigazione dei traffici in Bacino San Marco nonostante il Tar abbia sospeso l'ordinanza di divieto della Capitaneria di Porto, l'ex viceministro Cesare De Piccoli manifesta i suoi sospetti.
«Siamo stati a Roma martedì scorso per presentare il nostro progetto preliminare al ministro Maurizio Lupi» racconta De Piccoli, che insieme a una cordata di imprenditori e professionisti è autore di una delle alternative al transito delle navi che farebbe scalo in bocca di Porto a Punta Sabbioni. «Lupi si è mostrato molto colpito dalla soluzione prospettata, interessato all'esposizione durata oltre un'ora, insieme ai suoi tecnici. Peccato che il progetto, a quanto ha detto, nè lui nè i tecnici l'avessero mai visto, nonostante sia stato protocollato in forma definitiva il 14 marzo scorso».
Con un comunicato congiunto alla conclusione della riunione di giovedì, i tre ministri hanno parlato di scelta di ipotesi che arrivano in Marittima. Quindi escludendo gli altri progetti che non vi arrivano. «Chiederemo un accesso agli atti per capire quali carte siano arrivate a Roma - prosegue De Piccoli - i progetti preliminari erano tre: Contorta, Vtp e il mio. Amo pensare che il presidente del Consiglio, quando si assumerà la decisione definitiva, ci faccia pensare al mare aperto e non al porto delle nebbie della Prima repubblica. Che la politica non tormenti la Capitaneria di Porto, che è un organo tecnico e che come tale deve esprimere i propri pareri. Che il presidente di Autorità portuale faccia il presidente di Autorità portuale e non il giocatore di questa partita».
Insomma, De Piccoli, conoscitore della politica e del funzionamento dei ministeri, si spinge più in là. «Qualcosa sarà ben successo in questi giorni se improvvisamente le compagnie di navigazione che avevano dichiarato guerra al provvedimento accettano l'autoriduzione - conclude - Fortuna che c'è la posta elettronica e abbiamo trasmesso in questi giorni ai ministeri un malloppo di progetto alto venti centimetri, con 10 relazioni, 20 tavole da disegno di 2 metri per uno. Un conto è se il progetto (che ha comportato comunque una spesa di decine di migliaia di euro) viene escluso perchè ne viene scelto uno tecnicamente migliore, un conto è se non c'è gara tra i partecipanti e uno viene escluso a priori».
Intanto il Pd, con i segretari provinciali e locali Marco Stradiotto e Emanuele Rosteghin sostengono che "Occorre giungere rapidamente ad una scelta trasparente, scientificamente validata tra tutte le alternative progettuali e gli studi presentati al fine di coniugare ambiente e lavoro»
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