Gay Pride, scontro aperto su Twitter E la stampa internazionale va a nozze

Venerdì 28 Agosto 2015
Luigi Brugnaro è cascato sull'uccellino. Un tweet (il verso del famoso uccellino appunto) di un saudita, ritwittato dal sindaco, lo arruola nell'esercito mondiale dei combattenti contro l'omosessualità. Social network, gioie e dolori della vita moderna: se non li usi non sei nessuno, se ti iscrivi devi accettare tutto quel che comportano. Anche il sindaco Luigi Brugnaro, l'uomo del fare, non può starne fuori ma la scivolata è in agguato. Nella polemica con Elton John, cantante che ha venduto più dischi al mondo di quanti lavoratori abbia piazzato il patron di Umana, @rashedok commenta in inglese «Tu hai il supporto delle persone coerenti. Vorrei che tutte le città avessero un sindaco come te». E fin qui tutto bene. Il sindaco, infatti, rilancia il commento nella sua pagina, aggiungendolo a tutti quelli che sono solidali con la sua posizione. Il fatto è che, accanto alla frase in inglese, ce n'è una in arabo che, tradotta, dice «Grazie al sindaco di Venezia per la lotta contro l'omosessualità». Con buona pace degli amici gay che Brugnaro dice di avere.
Con l'uscita sul Gay Pride ("non si svolgerà mai a Venezia") il sindaco Luigi Brugnaro si è inoltre guadagnato le copertine dei giornali nazionali e internazionali nonché di servizi televisivi e pagine di siti web. I commenti non sono certo lusinghieri. Anzi, sono tutti fortemente critici nei suoi confronti e, quindi, anche nei confronti della città da lui rappresentata nel mondo.
L'austero "Time" ha titolato ad esempio: "Il sindaco di Venezia, sede del carnevale più kitsch, non vuole il Gay Pride perché troppo kitsch". Il "Guardian" aggiunge un'altra battuta: «Fatelo a Milano o vicino a casa vostra». Ma sono usciti articoli anche nei canali della Bbc, sull'Independent, sul Pais e persino sul Times of India.
Lui, però, fa spallucce e nel pomeriggio di ieri ha twittato: «Svolgere il gay-pride a Venezia!? Comunque vada sarà un successo perché per noi il Carnevale è sacro: siete tutti invitati».
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