E ora un museo chiamato Ligabue

Martedì 27 Gennaio 2015
Giancarlo Ligabue se n'è andato lontano dai riflettori. Un po' dimenticato dalla sua Venezia, la città dove tornava sempre dopo i lunghi viaggi e le spedizioni in giro per il pianeta. Fosse andato in Perù, in Papua Nuova Guinea, in Argentina o in Uzbekistan alla ricerca delle "radici dell'uomo e della natura", alla "caccia" dei dinosauri e poi, un po' come Indiana Jones, tornava nella sua città, e nella sua casa, in volta di Canal, a Palazzo Erizzo, di fronte a Ca' Foscari, posto straordinario e ancor più suggestivo perchè lì da sempre c'è il traguardo della Regata Storica, occasione che per lui era propizia per grandi feste mondane.
Ligabue si è spento l'altro giorno all'età di 83 anni, assistito dal figlio Inti, avuto dall'amatissima moglie. Sylvia Granier, prematuramente scomparsa alcuni anni fa. I funerali dell'esploratore veneziano si terranno domani, alle 10, nella chiesa di Santo Stefano.
IL MECENATE

La vita di Ligabue si è sempre svolta secondo due binari paralleli: lavoro e cultura e una grande dose di mecenatismo. Da un lato la passione scientifica unita a quella dell'avventura verso terre lontane con un impegno massiccio nella disciplina della paleontologia, tanto da raggiungere il dottorato alla Sorbona di Parigi, fino all'attività di industriale nel settore del catering per la ristorazione, nell'azienda fondata dal padre Anacleto nel 1919. Negli anni, Ligabue grazie alle sue scoperte ha saputo ritagliarsi un posto d'onore anche tra gli scienziati, tra gli antropologi e tra i ricercatori. E poi, dopo i viaggi in Irian Yaya; ad Asgabat nell'Asia centrale, in Perù, il ritorno a Venezia "consegnando" le sue scoperte al Museo di Storia Naturale al quale ha donato un dinosauro portato alla luce nel deserto del Niger.
A PALAZZO ERIZZO

Ma a Venezia, Ligabue era noto anche per le sue feste "mescolando" la Venezia bene degli anni Ottanta con nobili e contesse; politici (fu anche europarlamentare di Forza Italia nel 1994 all'avvento di Silvio Berlusconi); giornalisti scienziati come Ettore Della Giovanna, Piero e Alberto Angela e attori, da Paolo Villaggio ad Alba Parietti fino a Woody Allen invitato a due consecutivi Veglioni di San Silvestro. Ma poi Ligabue, amava la sua privacy. Molti amici ricordano la scenetta di quanto voleva "liberarsi" degli ospiti annunciando l'acqua alta portando gli invitati ad una fuga precipitosa oppure le grandi partite a briscola o come quella volta che si buttò per scommessa, con il paracadute sul cielo del Lido e poi ebbe a commentare: "É stata la cosa più pericolosa che ho fatto".
IL LIGABUE SAURUS

O ancora quando in Perù ritrovò un pizzico di venezianità chiedendo ad una contadina andina delle "uova sode" senza sapere come si dicesse, scoprendo poi che si indicava come "Huevos duros". E sibilando: «Se dise come a Venezia...». Nel corso della sua vita, Ligabue ha compiuto oltre 130 spedizioni scientifiche, scritto moltissimi libri, collaborato con i più grandi musei del mondo dando il nome scientifico ad alcune sue scoperte: Masrasector ligabuei, un creodeonte oligocenico; l'Araripescorpius ligabuei ovvero uno scopione cretacico e il Ligabue saurus leanzai, un dinosauro del periodo cretaceo. E in queste ore lo hanno ricordato con parole di affetto il governatore Luca Zaia: «Perdiamo una personalità di assoluto rilievo». Il presidente del Consiglio regionale, Clodovaldo Ruffato: «É stato un uomo coraggioso e innovativo». E il consigliere regionale Ncd, già sindaco di Venezia, Nereo Laroni: «Venezia perde una delle sue figure più eminenti». Messaggi di cordoglio anche dal rettore di Ca' Foscari, Michele Bugliesi e dal commissario prefettizio, Vittorio Zappalorto. Ma le parole più concrete, come è sempre stato nella tradizione di famiglia, sono state quelle del figlio Inti (come il dio andino del sole): «Ora mi piacerebbe che la città dedicasse alla figura di mio padre il museo di Storia naturale al Fondaco dei Turchi. Sarebbe il riconoscimento più bello per rendere omaggio alla sua sua persona e alla sua attività».
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