Così il Comune rinuncia a 5 milioni

Lunedì 14 Dicembre 2015
Il sindaco ha detto che i trasporti turistici sono della città, guai a chi li tocca, ma in realtà quelli più ricchi sono in mano a un privato, e l'Actv rinuncia a circa 5 milioni di euro l'anno di biglietti che potrebbe tranquillamente gestire per conto proprio.
20 MILIONI

DI VIAGGIATORI

Luigi Brugnaro voleva mettere in guardia quegli imprenditori privati che hanno visto l'affare, il primo è Venice Sightseeing che ha avviato il servizio turistico ai primi di settembre ma continua a trovare mille ostacoli tanto che l'antitrust, l'Autorità garante per la concorrenza, ha portato al Consiglio di Stato gli atti con i quali Ca' Farsetti impone limitazioni al percorso e alle modalità di esercizio della linea.
Con più di 20 milioni di visitatori l'anno, uno pensa che ci sia spazio per tutti, a parte quello fisico che in Canal Grande manca ma nel resto della laguna abbonda.
Il Comune vuole che sia l'Actv a fare la parte del leone. Peccato che le parole siano una cosa, i fatti un'altra, dato che in realtà il privato opera a Venezia già da 15 anni senza aver mai partecipato a una gara. Si tratta di Alilaguna, società costituita nel 1999 da un gruppo di operatori turistici ed ex dipendenti Actv, e che fino a poco tempo fa era partecipata al 30% dall'Actv ma oggi è al cento per cento dei privati. L'Actv, leggendo i bilanci, ha ceduto le sue quote per 1,9 milioni di euro quando solo il patrimonio netto rettificato sulla base della perizia sulle imbarcazioni (bilancio 2013) valeva 17 milioni, e quindi il 30% avrebbe dovuto costare 5 milioni e 100 mila euro. Forse la sindrome delle quote Save, quella che ha visto il Comune svendere la sua partecipazione nella società dell'aeroporto rimettendoci una cinquantina di milioni di euro, è contagiosa.
"ASSEDIATI"

DA MULTINAZIONALI

Il ragionamento del sindaco non fa una grinza perché sostiene che, se società esterne entrano nel business, l'Actv ci rimette e risulterà perdente nella competizione con le multinazionali per la gestione del servizio pubblico di trasporto. Nel resto d'Italia il settore è sconvolto da grossi movimenti, in Toscana ad esempio il colosso francese di Ratp Dev si è aggiudicato la gestione di tutti i trasporti regionali per 4,3 miliardi di fatturato in 11 anni. E Venezia, naturalmente, non è esente dalle mire dei più importanti gruppi internazionali, anzi.
Leggendo i documenti pubblci, bilanci, delibere, ordinanze aziendali e del Comune, però, si scopre come in realtà sia da un pezzo che i trasporti dei turisti non sono della città ma, almeno in parte, di Alilaguna.
Dal 2011 al 2014 la società ha incrementato il suo fatturato del 53%, ha un volume d'affari annuo di 21 milioni di euro e un utile ante tasse di 2 milioni e 619 mila euro, circa 150 lavoratori in alta stagione, 36 imbarcazioni; e, con la decadenza del Casinò, è diventata uno dei principali sponsor cittadini per grandi eventi culturali e sportivi e squadre come la Reyer.
Una società, insomma, di cui la città deve andare fiera, solo che non si capisce perché proprio questa abbia in esclusiva servizi aggiuntivi a quello pubblico di trasporto e altri commerciali, come se il Comune avesse rinunciato a svolgerli in house con l'Actv: la linea più ricca, Venezia-Aeroporto, oltre ai servizi commerciali come la linea verde (il giro turistico delle isole), i servizi per gli alberghi (Hilton-San Marco e Marriott-San Marco), quelli per il Casinò. Se si esclude un 7% di tratte (Fusina-Zattere e Chioggia-Venezia) affidato ad altri privati, Alilaguna gestisce il 93% dei servizi tra aggiuntivi al trasporto pubblico e commerciali.
L'AEROPORTO

IN ESCLUSIVA

E, oltretutto, a volte è in concorrenza con Actv: sulle linee per l'aeroporto, ad esempio, offre il biglietto per 72 ore a 65 euro e il 24 ore a 30 euro; anche Actv vende un "72 ore", e a costi più bassi, ma non è conveniente perché non fa tutte le fermate di cui i turisti hanno normalmente bisogno, e soprattutto non serve l'aeroporto. È vero che la linea Alilaguna per Tessera è considerata aggiuntiva del servizio pubblico perché pensata per i cittadini che, dal centro storico, hanno bisogno di raggiungere il Marco Polo in fretta, ma in realtà serve soprattutto i turisti, come si legge anche nel sito internet. Del resto su 1 milione e 688 mila passeggeri trasportati complessivamente da Alilaguna solo il 6,9% sono cittadini con Carta Venezia.
IL COMUNE RINUNCIA

A 5 MILIONI DI EURO

E il Comune cosa ci guadagna? Circa 800 mila euro l'anno. Nei documenti di Ca' Farsetti, però, si legge che il ricavo medio di Alilaguna è di 226 euro per ora di moto, mentre per i subappalti Actv relativi ad alcune linee minori (servizi notturni per Sant'Erasmo e via di seguito) la base di gara è di 150 euro. Vale a dire che se il Comune mettesse a gara anche i servizi che Alilaguna gestisce da quindici anni senza mai aver partecipato ad alcuna gara, potrebbe intascare 5 milioni di euro l'anno in più.
Ed è lo stesso Comune a riconoscerlo: nel documento del 12 dicembre 2014, con il quale giustifica l'ennesimo affidamento dei servizi ad Alilaguna per altri due anni senza gara, scrive che, se si facesse un bando pubblico, ci guadagnerebbero le casse comunali e pure l'utenza ma, appunto, continua a non farlo.
Anzi subisce pure la concorrenza sulle tariffe, mentre invece dovrebbe farle rispettare: San Marco-Murano, ad esempio, Alilaguna lo vende a 10 euro invece di 15 e l'andata/ritorno a 18 euro invece dei 27 previsti dal contratto di servizio.
E i cittadini cosa ci guadagnano? Hanno VeneziaUnica che, in realtà, dovrebbe chiamarsi VeneziaDivisa perché con la Carta Venezia non possono andare all'aeroporto e in altri luoghi e, se li vogliono raggiungere, devono farsi anche il biglietto di Alilaguna (scontato della metà se hanno l'Imob), oltre a dover pagare due volte l'Actv per spostarsi tra terraferma e isole. Alla faccia, appunto, del ticket unico.
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