Città metropolitana nella palude

Martedì 7 Luglio 2015
Che ne sarà di noi? Nei corridoi dell'ex Provincia di Venezia - oggi di fatto Città Metropolitana - i dipendenti sono ancora in attesa di conoscere i dettagli del loro passaggio al nuovo ente locale. Il commissario Castelli ha risolto la riduzione del 30 per cento dell'organico (stabilita per legge) sfruttando al massimo mobilità volontaria, pensionamenti e prepensionamenti. «Nessuno perderà il posto di lavoro», aveva dichiarato Castelli nei giorni scorsi. Parole rassicuranti per il personale alle dirette dipendenze di Ca' Corner, mentre per Centri di Formazione Professionale, Centri per l'impiego e Polizia Provinciale si è ancora nel limbo. Soprattuto a loro è servita l'assemblea sindacale promossa dalla Cgil ieri a Mestre. Un incontro per fare chiarezza sulle prossime mosse del legislatore (il decreto 78 è in arrivo al Senato), ma anche per fare il punto su bilancio e compiti della Regione, che deve ancora decidere quali funzioni tenere per sè e quali lasciare alla Città Metropolitana. La Cgil chiede a Zaia e al Consiglio Regionale provvedimenti urgenti, e per far capire meglio il messaggio ha deciso di organizzare per lunedì pomeriggio, assieme con gli altri sindacati, un presidio unitario sotto le finestre di Palazzo Balbi. «Tra tutte le regione italiane - ha commentato dal palco il senatore Pd Giorgio Santini - il Veneto è quello che ha fatto di meno. Siamo in grave ritardo».
Santini ha fatto chiarezza sul futuro dell'ex ufficio di collocamento. Il decreto in preparazione (per il quale non sono previste modifiche alla Camera) stabilisce che nei prossimi 2 anni la continuità di servizio venga garantita dalla stipula di una convenzione tra Stato e Regioni per un importo complessivo di 210 milioni, equamente divisi tra Stato, Regione e fondi Ue. «Due anni è il tempo necessario al completamento della riforma costituzionale», spiega Santini. Una volta completata la revisione del testo costituzionale, il lavoro tornerà ad essere competenza statale, e con esso anche i centri per l'impiego, destinati a confluire nella futura Agenzia per il Lavoro. Il decreto dovrebbe poi chiarire definitivamente il passaggio degli agenti di polizia provinciale ai Comuni, anche se verrà lasciata alle Regioni la possibilità di assorbirne le funzioni (a patto di pagarne le spese).
Le buone notizie finiscono qui. La preoccupazione maggiore riguarda i tagli che la legge di stabilità prevede per Province e Città Metropolitane: 2 milardi tra 2016-2017. «Sono tagli insostenibili - conclude Santini - e gli enti saranno costretti a dichiarare il dissesto. Lavoriamo per un bilancio annuale che eviti il predissesto».
Per evitare questo è già allo studio una deroga alle legge di Stabilità. Per guadagnare tempo, in attesa di tirare fuori dal cilindro i 2 miliardi di mancati tagli che comunque lo Stato ha messo a bilancio.
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