Casinò, Brugnaro "allunga" Ravà

Mercoledì 1 Luglio 2015
E' uno dei primi atti del nuovo sindaco eletto dalla città perché facesse piazza pulita: la proroga del direttore generale del Casinò Vittorio Ravà fino al 30 settembre.
È forse per non far torto a nessuno? La settimana scorsa Luigi Brugnaro aveva annunciato la proroga di tutti i consigli di amministrazione delle società partecipate dal Comune per valutare approfonditamente e poi ripartire con nuovi consigli di amministrazione già pienamente operativi. E Ravà, il quale oltre che consigliere di amministrazione della Casinò di Venezia Gioco (CdiV Gioco) è appunto direttore generale della stessa Azienda, evidentemente non pareva bello con mezzo incarico prorogato e mezzo scaduto. Anche se il posto da Consigliere di amministrazione costa al Comune poche migliaia di euro l'anno e quello da direttore generale, dipendente a tempo determinato della Casa da gioco, vale diverse migliaia di euro al mese, per la precisione oltre 300 mila euro lordi all'anno, ossia 500 mila euro di costo per il Casinò e quindi per il Comune che ne è proprietario.
Fino a fine settembre a Vittorio Ravà andranno suppergiù altri 25 mila euro lordi al mese, e il Casinò ne sborserà poco più di 120 mila per il trimestre in più. Il contratto di assunzione del direttore generale scadeva a fine giugno, e l'altro direttore generale, Marco Agostini del Comune, ha scritto giusto ieri al commercialista Andrea Martin, presidente di Cmv Gioco (la società immobiliare del Casinò di cui Ravà è dipendente anche se distaccato alla CdiV), di prorogarglielo per allinearsi, come indicato dal sindaco, alle proroghe degli altri organi societari. E pazienza se Martin ha dovuto rifare la determina che aveva firmato giusto il giorno prima per prorogare Ravà di soli dieci giorni, fino al 10 luglio.
Detta così, allinearsi, suona bene ma che c'entra il contratto da direttore generale di Ravà? Che senso ha prorogare per tre mesi un incarico costoso più dello stipendio di Barak Obama, quando l'operatività del Casinò non è a rischio dato che sarebbe stato sufficiente distribuire le deleghe di Ravà al resto del Consiglio di amministrazione? Deleghe che il Cda in questione avrebbe potuto gestire per tre mesi ma anche per altri tre o più se necessario?
Seguendo il principio del non far torto a nessuno, allora anche il direttore generale Marco Agostini dovrebbe restare in carica fino al 30 settembre e invece, a meno che il sindaco non abbia modificato anche questa decisione, è stato prorogato solo per un altro mese.
I sindacati salteranno sulle sedie accusando Vittorio Ravà di aver guidato la privatizzazione della Casa da gioco fallita miseramente dopo mesi di lavoro e soldi spesi e, come massimo dirigente, di aver fatto precipitare incassi e scappare clienti. Al di là dei giudizi di merito, che sono sempre opinabili (l'ex sindaco Orsoni, tanto per fare un esempio, giudicava Ravà il miglior manager per i destini dell'Azienda), ciò che però interessa agli elettori e cittadini è capire perché uno dei primi atti del nuovo sindaco è stato quello di prorogare il contratto scaduto di un dipendente quando 120mila euro potrebbero assicurare investimenti per attrarre nuovi giocatori.
E pensare che per assicurare l'apertura delle biblioteche civiche non servono molti più soldi.
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