Brugnaro "apre" ai matrimoni gay

Domenica 30 Agosto 2015
«Dura lex, sed lex». La chiude così, con una citazione dotta latina, il sindaco Brugnaro la discussione aperta ieri all'inaugurazione della nuova sala per la celebrazione dei matrimoni civili in merito alla questione legata all'eventualità di unire in matrimonio anche delle coppie omosessuali. «Io applico quelle che sono le leggi dello Stato - ha aggiunto il primo cittadino - e in questo momento non mi risulta che debbano essere celebrate con il matrimonio le unioni civili. Non è una questione ideologica, ma prettamente legislativa».
«E nel momento in cui cambiasse la legge, lei che farà»? gli ha chiesto ieri una ragazza omosessuale dopo la sua prima celebrazione di un matrimonio civile come sindaco. «Cara ragazza, in quel caso, mi metto la fascia tricolore e ti aspetto per sposarti». Come dire: pronto a celebrare le nozze gay, se me lo chiede la legge. Dai matrimoni alla polemica sollevata sulle questioni delle manifestazioni gay e sull'organizzazione di un gaypride a Venezia il passo è breve. Il sindaco, però, stavolta non alza i toni come su twitter, ma segue un ragionamento che ha una sua logica. «C'è, come sempre, qualcuno che strumentalizza le cose che dico e scrivo a suo piacimento e non rispettando il senso e la realtà del mio pensiero - ha aggiunto poi Brugnaro - Quello che è la mia opinione personale non travalicherà mai quello che deve essere il buon senso e la discussione su alcuni temi. Se io dico che un gaypride, del tipo di quelli che sono rappresentati da alcune immagini che girano su internet e che io stesso ho visto, non lo organizzerò mai a Venezia c'è un motivo ben preciso. Si vuol far passare la volgarità per qualcosa che non corrisponde all'essere omosessuali. Se a Venezia viene organizzata una manifestazione di quel tipo, la considero un'iniziativa di protesta e quindi non sono io a doverla autorizzare ma la questura. Se invece vogliamo sederci ad un tavolo e discutere dell'argomento allora sono disposto a parlarne ma con il mondo gay che ha rispetto dei ruoli e viceversa».
Quindi, niente sfilata carnevalesca all'insegna degli omosessuali? «Anche quella battuta è stata interpretata in maniera estrema. Io dico che manifestazioni come quelle di cui accennavo prima sono per me "carnevalate" cioè non rappresentano la realtà dei fatti ma sono una maschera di quelle. Quindi l'unico modo per accoglierle, di certo però non autorizzate da me, è il Carnevale».
Pace fatta dunque tra il sindaco e il mondo omosessuale? Chissà. Di certo ieri Brugnaro ha teso la mano per discutere della questione nei termini della decenza e del rispetto dei ruoli. Chissà se il messaggio stavolta arriverà corretto a destinazione.
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