Brugnaro-Bellati, patto a destra

Domenica 24 Maggio 2015
Le voci circolano da qualche giorno, e sono sempre più insistenti. E ad alimentarle è proprio Luigi Brugnaro che, dal palco del centro pastorale cardinal Giovanni Urbani, si fa sfuggire una frase di troppo: «Lavoreremo bene insieme, io e lui». Il "complimento", nel bel mezzo del confronto tra candidati sindaco, è rivolto al suo avversario Gian Angelo Bellati. In sala la battuta non passa inosservata e, nel brusio, non manca qualche commento dei sostenitori di Francesca Zaccariotto, ambiente in cui l'ipotesi di un accordo anticipato tra i due candidati, in vista di un eventuale ballottaggio, sembra infatti non essere molto gradita. L'uscita di Brugnaro dà lo spunto ad Alessandro Polet, giornalista del Patriarcato di Venezia che modera l'incontro, per coinvolgere gli altri candidati sulle "simpatie" reciproche. E l'unico a rispondere è Davide Scano del M5S: «Anch'io potrei lavorare con Bellati, c'è molta affinità». Affermazione che, ovviamente, ha tutto un altro peso se si considera che i grillini non fanno alleanze.
Il corteggiato ci scherza su e si schermisce: «Vi ringrazio - dice Bellati - ma devo prima consultarmi con le quattro liste che mi appoggiano». Troppo tardi, però, per non dare fiato alle voci di un accordo preventivo tra lui e Brugnaro che in questi giorni stanno facendo infuriare i leghisti «non tosiani».
Numerosi gli argomenti affrontati e proposti dalla Pastorale sociale e del lavoro insieme alla "Rete" che in questi mesi ha dialogato su lavoro, povertà, famiglia, sicurezza, ambiente e cultura. E la discussione si è scaldata particolarmente sul tema del lavoro e del bilancio. Giampietro Pizzo presenta la sua ricetta: «Cento milioni con l'aumento di un punto di Iva, altrettanti da una "revisione" della macchina comunale e 30 milioni dall'Europa». Camilla Seibezzi punta a rinegoziare con il Governo i termini del Patto di stabilità e sulla progettualità europea: «È una risorsa infinita - dice - Intanto però bisogna rivedere il sistema delle partecipate». Su una cosa sono tutti d'accordo: Zappalorto non può approvare il bilancio. «La situazione peggiorerebbe ulteriormente - commenta Zaccariotto - Da sindaco salverei il sociale, ora compromesso dai tagli, e punterei sui prepensionamenti per recuperare almeno 14 milioni di euro». Brugnaro punta sul lavoro: «Dobbiamo riportare in città le fabbriche, il manifatturiero e i piccoli negozi». E punzecchia Felice Casson: «Io non posso fare il magistrato, ma il lavoro è il mio campo». Casson rilancia: «Le isole hanno dei problemi, Mestre ne ha altri e Marghera altri ancora. Non c'è una soluzione unica ma l'idea comune è quella dell'efficienza. E io sono contrario a nuove tasse, puntiamo invece sul turismo». Anche Scano è per un intervento sul patto di stabilità: «Ma è comunque necessaria una razionalizzazione della spesa. Per il lavoro puntiamo sulla green economy e le energie rinnovabili». Bellati vuole «semplificare»: «Le imprese altrimenti non ce la fanno e scelte come quelle delle Ztl demotivano. Serve un ufficio serio di progettazione europea». Fanno sorridere invece, in sala, le provocazioni di Francesco Mario D'Elia: «Un sindaco non può fare niente, l'unica possibilità è un intervento del governo. Già sarà difficile impedire la costruzione di nuovi grandi magazzini».
© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci