«Un clima di terrore. Scuole e asili chiusi, ma anche uffici pubblici,

Martedì 24 Novembre 2015
«Un clima di terrore. Scuole e asili chiusi, ma anche uffici pubblici, poste, cinema, centri commerciali, negozi, tutto sprangato. Metropolitana ferma, strade deserte. L'allerta è massima». A descrivere una Bruxelles blindata e molto spaventata è Andrea Leonardelli, figlio dell'ex parlamentare Lucio, che da otto anni vive nella capitale belga. Con la sua laurea in Scienze internazionali e diplomatiche Andrea Leonardelli lavora come assistente nel Parlamento Europeo. Ma ieri non si è recato al lavoro e come lui nemmeno la moglie impiegata alle Assicurazioni generali. Così come non sono andate all'asilo e al nido le loro tre bimbe: una di 4 anni e due gemelle di dieci mesi. Da tre giorni sono chiusi in casa e sono usciti solo per comperare latte, pane e poco altro. E come loro, tutti i residenti di Bruxelles.
«Davvero non avevo mai visto un'atmosfera così pesante - continua Andrea - la polizia ci ha detto di non inviare tweet di quello che vediamo e sentiamo perchè i terroristi potrebbero intercettarli e durante i blitz di domenica di stare lontani dalle finestre». Ventuno i blitz fatti a Bruxelles tra la giornata e la notte di domenica e altri cinque ieri mattina nel tentativo di stanare Salah Adbeslam, il terrorista fuggito dopo gli attentati di Parigi e che si sarebbe rifugiato proprio a Bruxelles dove vive la sua famiglia. Dovrebbe girare con una cintura carica di esplosivo e anche per questo la tensione è alle stelle. Le persone terrorizzate stanno barricate in casa così come hanno risposto al divieto di "twittare" inviando, nel tentativo di reagire, messaggi con immagini di gatti. Gatti ovunque si sono diffusi nella rete in forma virale, tanto che la polizia belga ieri mattina ha ringraziato postando su twitter una gigantesca ciotola di croccantini per mici.
«Non so quanto durerà questa situazione - continua Andrea Leonardelli - è davvero deleteria. Dopo tanto allarmismo, sarà difficile tornare alla normalità e soprattutto recuperare la serenità. Siamo stati autorizzati tutti a lavorare da casa, con il telelavoro. Quindi con i computer dalle nostre abitazioni ci connettiamo, ma non è lo stesso. C'è bisogno di normalità». Questo allarme così diffuso, senza riferimenti precisi di dove sono stati fatti i blitz, sta spingendo tutti a rintanarsi in casa e non solo nel quartiere multietnico di Molenbeek. «Io vivo a cavallo tra il quartiere africano e quello europeo e qui c'è sempre stata una convivenza assoluta - conclude Andrea - ora invece la gravità della situazione sta creando una vera e propria psicosa, un clima ansiogeno insopportabile».
© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci