Albergo Villa Heriot? E' polemica

Sabato 29 Novembre 2014
Ad un certo punto è stato gridato ai quattro venti: «Villa Heriot diventerà un albergo. Avete già deciso. Un altro hotel alla Giudecca». Parole urlate a squarciagola. E, a poco a poco, la "verità" è venuta a galla. Da una parte oltre duecento manifestanti in sala consiliare a Ca' Farsetti; dall'altra il commissario Vittorio Zappalorto alle prese con il rispetto del Patto di stabilità e il rito del consiglio comunale. Di mezzo la valutazione del compendio di villa Heriot, quella che un tempo ospitava la scuola elementare Goldoni, per un valore attorno ai dieci milioni di euro.
Come dire: moneta sonante che potrebbe arrivare nelle casse asfittiche del Comune se andasse in porto una contestatissima vendita, visto che dietro l'angolo pare ci sia più di qualche interessamento. Del resto, la posizione dell'ex scuola è a dir poco ideale per l'ennesimo hotel in laguna. Ma nonostante lo "spettro" del nuovo albergo alla Giudecca, la protesta è stata pesantissima. Zappalorto ha incassato, ha cercato di difendere le proprie scelte, ma non è stato facile. «Di sicuro capisco le vostre proteste - ha tagliato corto tra le urla e le contestazioni - ma dobbiamo riparare i danni che altri, prima di me, hanno combinato». Già.
Ma è stata soprattutto la rabbia a farla padrona. E al di là della protesta sonora, anche con la presenza di mamme e figli dell'asilo San Francesco (complessivamente sono una sessantina i bambini che lo frequentano) che ha ereditato parte degli spazi del compendio di villa Heriot, l'umore generale è che si venderà cara la pelle. «Ci siamo resi conto - ha denunciato Enrica Berti,(Prc) consigliere di Municipalità di Venezia, che è stato modificata la destinazione d'uso dell'immobile ampliando la gamma delle possibilità e inserendovi le attività ricettive. Questo vuol dire che se ne vuole fare un albergo!». Dal canto suo, Andrea Erri dell'Università Internazionale dell'Arte, un ente privato che si occupa di formazione, presente in villa Heriot dagli anni Settanta ha attaccato: «State giocando come con la roulette russa contro i veneziani. Non siamo più alla sola svendita. Ora c'è di peggio. Dopo Ca' Corner della Regina per la quale si aspettano ancora gli 8 milioni di euro dalla famiglia Prada, a tutto il resto, ora c'è villa Heriot. É una vergogna». E anche Marco Borghi, direttore dell'Iveser, l'Istituto della Resistenza che ha sede nella villa, ha attaccato Zappalorto: «Qui si vuole distruggere la memoria di una città. Se si invoca la trasparenza è bene che si denuncino le speculazioni su questa città». Al coro, si sono uniti il rappresentante del genitori dell'asilo, Sebastiano Carrer, Cristiano Gasparetto di Italia Nostra, e altri manifestanti. Alla fine è toccato allo stesso Zappalorto chiudere la seduta di consiglio con l'approvazione della delibera sull'assestamento di bilancio che mette villa Heriot in vendita. Un atto formale ma decisivo. E le uniche parole che hanno risuonato nell'aula sono state due: "Buffoni! Vergogna!» urlate a tutta forza.
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