A San Marco la preghiera ad Allah

Mercoledì 25 Novembre 2015
Tuonano contro gli «assassini-criminali» di Valeria. «Non in nome del nostro Dio, Allah o Jahvè, che alla fine sono lo stesso Dio» hanno agito quei criminali, bollati come «anti-islam, anti-religione, anti-umanità». Parole forti, quelle dei rappresentanti della comunità islamica, in una Piazza che a più riprese li applaude. Era stata la famiglia Solesin a voler aprire questo ultimo saluto alla figlia agli uomini di ogni credo. E il momento religioso è tra i più toccanti.
All'arrivo in Piazza, prima dell'inizio della cerimonia, il presidente della comunità islamica di Venezia, Mohammed Amin Al Adhab, non nasconde l'emozione. «Questi fatti ci scuotono dentro, forse noi più degli altri». Ammette la diffidenza che tanti musulmani patiscono in questi momenti: «Chi ignora l'Islam ci guarda con l'occhio storto. Noi sopportiamo, non possiamo fare altro». In Piazza, tra la folla, solo una manciata di rappresentanti di altre comunità islamiche del Veneto. «Ma molti seguiranno la cerimonia in televisione» spiega Al Adhab.
É lui il primo dei tre musulmani a prendere la parola sul palco. Si rivolge direttamente a Valeria: «Non in nome del nostro Dio, non in nome della nostra religione, che è una religione di pace come lo sono tutte le altre grandi religioni, e certamente non nel nostro nome, ti hanno assassinato come tutte le altre vittime a Parigi e altrove nelle diverse aree del mondo, ma soprattutto quelle dimenticate nei paesi del Medio Oriente. Con questi atti barbarici credevano di poter facilmente spegnere la luce del sole, di renderci tutti completamente al buio, chiusi con la paura, e privarci della nostra serenità e della nostra libertà, privarci di ciò che loro non hanno o meglio quello che non sanno apprezzare... Ma sbagliano di grosso, perché ci troveranno sempre saldi ed uniti a difendere i sacri valori della vita e dell'umanità, determinati a sradicare insieme il male dalle sue radici, e piantare il seme della giustizia e della pace».
E per la pace prega l'imam di Venezia, Mohamad Hammad. Una preghiera ad «Allah l'altissimo», il «protettore», il «conoscitore del fondo della nostra anima», per le «vittime innocenti», per la famiglia Solesin, per l'Europa, l'Italia, Venezia, perché «regni per sempre la sicurezza e l'affetto in tutto il mondo»...
A chiudere gli interventi, un altro imam, Nader Akkar, di Trieste, in rappresentanza dell'Ucoii, l'Unione delle comunità islamiche d'Italia. «Abbiamo perso un membro della nostra cara famiglia italiana» esordisce. «Oggi il tuo funerale ha unito simbolicamente tutti gli elementi della nostra società italiana, credenti e non credenti, italiani e residenti, per manifestare l'unità attorno ai valori fondamentali della Repubblica italiana. I tuoi assassini, con questo gesto criminale, hanno voluto separarci, dividerci. Ma oggi con questa piazza unita i tuoi assassini criminali, anti-islam, anti-religione, anti-umanità, hanno fallito» ripete Nader. Poi si rivolge al padre di Valeria: «Caro Alberto, grazie per il tuo invito che ha dato un contributo fondamentale al fallimento del piano diabolico degli assassini. Il terrorismo fatto nel nome dell'Islam è un crimine contro l'Islam e contro l'umanità intera e va sconfitto dagli stessi musulmani. Lo devono fare perché sono i primi a subire la sua devastazione» scandisce e la Piazza lo applaude. Per finire con un'altra preghiera per «conservare la pace in Italia e in Europa e per portarla nella Terra Santa, in Siria, In Iraq, nello Yemen e in ogni parte della terra».
© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci