A Palazzo Grimani c'è Rauschenberg, arte classica alla Fondazione Prada

Mercoledì 6 Maggio 2015
Dopo le due straordinarie gestioni consecutive del presidente Paolo Baratta, la Biennale ha assunto una immagine assolutamente diversa di quella che aveva fino a quindici anni fa. I grandi spazi dell'Arsenale sono ormai definitivamente acquisiti, il numero dei Paesi partecipanti è più che raddoppiato, le mostre collaterali e laterali, quelle cioè stimolate dalla storica rassegna centrale, sono anch'esse cresciute e, non bisogna ignorarlo, contribuiscono anche al positivo bilancio finanziario della Biennale. A volte con mostre di grande interesse – quasi tutte aperte tra oggi e domani - come ad esempio quella che Sundaram Tagore, pronipote del Premio Nobel per la poesia, ha allestito nel maestoso Palazzo Grimani, significativamente titolata “Frontiers reimagined” con opere di artisti quali Rauschenberg, Christo, Ton Doyle e Vik Muniz. C'è molta curiosità attorno alla mostra della Fondazione Prada che quest'anno, a cura di Salvatore Settis, propone una sorta di rilettura dell'arte classica, ed è ormai un appuntamento storico la rassegna Glasstres a Palazzo Franchetti, promossa da Adriano Berengo e dedicata al vetro d'artista. Dispiace dover segnalare con una sola riga mostre che meriterebbero maggiore attenzione, come ad esempio “Ga ni tha”, allestita ai Crociferi con opere di artisti nativi americani, o “Dialoge of Fire” a Palazzo Tiepolo Passi, nella quale figurano due artisti attivi nel vetro di Murano come Judi Harvest e Silvano Rubino. A Palazzo Bembo espongono numerosi artisti internazionali tra i quali spicca lo svizzero Beat Kuert con una coinvolgente video opera titolata “To the Hearth Machine”, mentre per la XIII^ edizione de “Le realtà possibili” il Florian ha invitato Qiu Zhijie e Palazzo Albrizzi propone una vasta mostra sul tema “Arte e Libertà”. Ca' Foscari presenta in questi giorni, a cura di Barbieri e Rubini, ben quattro mostre, mentre la Fondazione Cini, dopo la grande installazione di Magdalena Abakanowicz, presenta altre tre mostre interessanti. Anche il Museo di Ca'Pesaro, oltre quelle già segnalate, ha allestito una mostra dedicata a Cagnaccio di San Pietro (1897-1946) e ospita sulla severa facciata di marmo una suggestiva installazione luminosa di Federica Marangoni. C'è molta attesa, infine, per il progetto di una installazione sull'albergo Liberty Hungaria al Lido dell'artista della Pop Art inglese Joe Tilson, un intervento permanente, un nuovo segno dell'arte a Venezia.
Enzo Di Martino

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