«Un assalto a freddo Scatenati come furie»

Giovedì 3 Settembre 2015
The show must go on. Prima di tutto lo spettacolo. Adriano, brasiliano, 32 anni, da quattro è fra i trapezisti di punta del circo Nelly Orfei. Riusciamo a parlargli al termine dell'allenamento per l'esibizione che lo aspetta alle 17.30, con replica serale alle 21.30.
Quando i teppisti hanno fatto irruzione nella tenda che ospita il bar stava bevendo il caffè con Alex, 25 anni, acrobata ungherese. «Eravamo seduti quando abbiamo visto arrivare due macchine, una grigia e una blu, che hanno frenato bruscamente. E poi - continua - sono scesi in dieci, forse di più. No, non avevano cappucci o passamontagna. Erano tutti piuttosto giovani sui 25-30 anni e secondo me non erano italiani perché urlavano frasi incomprensibili, ma dalle loro facce e dai loro modi si capiva benissimo che ci minacciavano. Avevano spranghe, coltelli e anche un'ascia. Quando ci hanno visto - continua Adriano - si sono subito lanciati contro di noi. Uno mi ha strattonato e schiaffeggiato finché sono riuscito a divincolarmi e saltare il bancone e fuggire sul retro, mentre Alex è stato più veloce di loro e non lo hanno toccato».
«Se ho avuto paura? Ero terrorizzato perché è stato un assalto a freddo. Erano delle furie. Chi si sarebbe mai aspettato una cosa del genere? Il loro unico obiettivo era quello di sfasciare tutto, di rompere, di creare più danni possibili. Per fortuna Darix (il direttore del circo, ndr.) ha urlato che aveva chiamato la polizia e allora sono scappati, altrimenti non so che altro avrebbero potuto fare».
Dai primi riscontri della polizia purtroppo non ci sarebbero registrazioni video della devastazione in quanto l'area interessata non risulterebbe coperta dal raggio visivo delle telecamere.
«Noi facciamo il nostro lavoro, cerchiamo di dare il massimo e fatichiamo molto per assicurare al pubblico uno spettacolo di qualità che arriva al termine di ore e ore di snervanti esercizi fisici in cui concentrazione e serenità sono fondamentali. Con la violenza e la cattiveria - conclude Adriano - non c'entriamo nulla». (m.and.)
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