«No al Contorta» E Costa si arrabbia

Lunedì 20 Aprile 2015
«No al Contorta» E Costa si arrabbia
Ieri doveva essere il giorno del "Patto per Venezia". Al teatro Toniolo, Felice Casson aspettava il premier Matteo Renzi per ottenere da lui un impegno pubblico sui temi caldi della città. Renzi è però dovuto rientrare a Roma per seguire gli sviluppi dell'ultima tragedia accaduta nel Mediterraneo - alle 11 la telefonata al segretario regionale del Pd, Roger De Menech, per lo stop definitivo - annullando l'incontro elettorale con Casson e la Moretti. «Una scelta condivisa e doverosa», ha spiegato Casson dopo il minuto di silenzio in memoria delle vittime del mare. La stretta di mano è però solo rinviata. «Mi è stato garantito - ha detto il senatore del Pd - che Renzi tornerà presto a Venezia, forse in occasione dell'inaugurazione del padiglione Aquae dell'Expo».
In un teatro Toniolo riempito in ogni posto, tra curiosi e tantissime facce note del Pd veneziano e regionale, Casson ha comunque colto l'occasione per anticipare i contenuti del "Patto" che avrebbe proposto pubblicamente a Renzi. Prima di tutto il risanamento del bilancio e la revisione del patto di stabilità. «Basterebbe un decreto o anche meno, a Renzi glielo avrei detto», ricorda il candidato del Pd, che poi chiede anche una «decisione politica per avere nuovi spazi economici», che a molti è sembrata una fugace richiesta di finanziamenti. Poi il tema del lavoro e della sicurezza, con una zona franca al porto e la tolleranza zero nei confronti dell'illegalità, ma anche un impegno preciso per il riconoscimento non tanto della specificità veneziana, quanto della sua «unicità».
L'ex magistrato ha poi lanciato un vero e proprio anatema nei confronti dello scavo del Canale Contorta, schierandosi a favore dei progetti alternativi, che garantirebbero, dice Casson, il mantenimento della crocieristica e la tutela dell'ambiente. Giocando con le parole, il candidato sindaco del Pd ha ribadito: «Non percorriamo strade "contorte" per evitare una nuova palude come accaduto con il Mose». Parole che hanno fatto rabbuiare Paolo Costa. Seduto in sala tra le prime file, il presidente dell'autorità portuale veneziana replica alle parole di Casson: «La solita solfa, Casson dice falsità. Perché il Contorta è il solo intervento in grado di salvare la laguna e i posti di lavoro della crocieristica».
L'assenza di Renzi non ha comunque placato le proteste. Ad agitare le acque fuori dal Toniolo ci hanno pensato anche i "Forconi", con un piccolo gruppo che voleva partecipare all'incontro, mentre più pacifico è stato il volantinaggio dei Cobas dei lavoratori comunali di Venezia. Nonostante l'imponente sistema di sicurezza - basti pensare che lo stesso De Menech è stato rimbalzato ad un ingresso secondario del teatro - due precari della scuola del movimento degli insegnanti "Mida Precari" sono riusciti a salire sul palco durante il discorso di Alessandra Moretti, rubandole la scena. Poi, terminato l'intervento della candidata Pd, la protesta è esplosa, con una trentina di insegnanti che hanno srotolato striscioni e volantini come "Non votiamo la buona scuola" e "Da precari a disoccupati", ma anche grida del tipo "Non votiamo più Pd" e "Basta bugie". Gli insegnanti precari, che denunciano anche di essere stati perquisiti all'ingresso, contestano la riforma della scuola del Governo, che, tra le altre cose, non dovrebbe garantire l'assunzione di tutti i precari.
Una protesta annunciata e che, nonostante le tante mediazioni politiche, è comunque andata in scena, anche se l'assenza di Renzi ha "sgonfiato" la portata di tutta la giornata, tanto per i candidati, quanto per chi protestava.
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