UDINE - Una quindicina di minuti o poco più. Il tempo di associarsi alla richiesta di archiviazione già formulata dal Procuratore capo facente funzioni Raffaele Tito e di aggiungere qualche elemento più tecnico sulla natura dei reati contestati. Tanto è durata ieri l'udienza in camera di consiglio davanti al gip del tribunale di Udine Paolo Alessio Vernì per discutere l'archiviazione delle indagini sull'affidamento di alcuni lavori allo stadio Friuli, avviate dopo un esposto partito dai corridoi di palazzo nei confronti del sindaco di Udine Furio Honsell per abuso d'ufficio, e del presidente dell'Udinese Calcio Franco Soldati e dell'allora responsabile unico del procedimento Marco Padrini per turbata libertà degli incanti.
Nell'aula al secondo piano dell'ala penale del palazzo di giustizia si sono visti due dei tre indagati, il presidente Soldati e il rup Padrini, accompagnati rispettivamente dagli avvocati Maurizio Conti e Andrea Franchin. Non c'era il sindaco Honsell, difeso dallo stesso avvocato Conti. Non c'era neppure il Procuratore Tito.
In questi casi, infatti, la presenza del pubblico ministero non è necessaria, richiamandosi alle motivazioni della richiesta di archiviazione già scritta nelle scorse settimane.
Nel provvedimento la Procura aveva sostanzialmente ritenuto che l'Udinese non fosse ente pubblico e quindi non fosse tenuto a seguire le norme sulle opere pubbliche e che la nomina di un professionista esperto per gestire il complesso procedimento fosse una scelta sostanzialmente condivisibile. Come detto, in udienza, il gip ha ascoltato brevemente le argomentazioni delle difese.
«La visione del fatto e quella giuridica sono sostanzialmente analoghe a quelle della Procura. Ci siamo richiamati alla richiesta di archiviazione e abbiamo sviluppato qualche considerazione sulla struttura del reato ipotizzato, soffermandoci su ulteriori questioni meramente tecniche», hanno confermato all'uscita i due legali dicendosi «convinti che non ci siano reati» e «fiduciosi che la vicenda si chiuda al più presto». Poi il giudice si è riservato una decisione.
A questo punto gli scenari possibili sono tre. Il gip potrebbe accogliere la richiesta di archiviazione e scrivere la parola fine alla vicenda. Oppure potrebbe chiedere un supplemento istruttorio. O, ancora, ordinare un'imputazione coatta.
Elena Viotto
© riproduzione riservata
Nell'aula al secondo piano dell'ala penale del palazzo di giustizia si sono visti due dei tre indagati, il presidente Soldati e il rup Padrini, accompagnati rispettivamente dagli avvocati Maurizio Conti e Andrea Franchin. Non c'era il sindaco Honsell, difeso dallo stesso avvocato Conti. Non c'era neppure il Procuratore Tito.
In questi casi, infatti, la presenza del pubblico ministero non è necessaria, richiamandosi alle motivazioni della richiesta di archiviazione già scritta nelle scorse settimane.
Nel provvedimento la Procura aveva sostanzialmente ritenuto che l'Udinese non fosse ente pubblico e quindi non fosse tenuto a seguire le norme sulle opere pubbliche e che la nomina di un professionista esperto per gestire il complesso procedimento fosse una scelta sostanzialmente condivisibile. Come detto, in udienza, il gip ha ascoltato brevemente le argomentazioni delle difese.
«La visione del fatto e quella giuridica sono sostanzialmente analoghe a quelle della Procura. Ci siamo richiamati alla richiesta di archiviazione e abbiamo sviluppato qualche considerazione sulla struttura del reato ipotizzato, soffermandoci su ulteriori questioni meramente tecniche», hanno confermato all'uscita i due legali dicendosi «convinti che non ci siano reati» e «fiduciosi che la vicenda si chiuda al più presto». Poi il giudice si è riservato una decisione.
A questo punto gli scenari possibili sono tre. Il gip potrebbe accogliere la richiesta di archiviazione e scrivere la parola fine alla vicenda. Oppure potrebbe chiedere un supplemento istruttorio. O, ancora, ordinare un'imputazione coatta.
Elena Viotto
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