Troppi soldi e sprecati: «Poi non resta nulla»

Giovedì 23 Ottobre 2014
TREVISO - (P. Cal.) «Il mio intento non è certo quello di fare polemiche ma di aprire un dibattito e dare voce alle tante associazioni e persone che si muovono nel mondo della cultura trevigiana e che in questo periodo sono molto arrabbiate». Daniela Zanussi, consigliere comunale del Pd, è la classica persona che parla poco ma quando lo fa non è mai a caso. E la sua idea sul ritorno di Marco Goldin a Treviso rischia di provocare un terremoto all'interno della maggioranza. La sua premessa: «Non ho mai nascosto le mi perplessità su questa mostra».
Zanussi, da dove nascono i suoi dubbi?
«Le mostre di Goldin sono macchine estremamente costose. Richiamano grandi flussi di visitatori per mesi ma poi, quando finiscono, tutto si esaurisce. E quindi mi chiedo: che cosa si costruisce per la città con un evento del genere? Se l'obiettivo è il rilancio culturale di Treviso operazioni come queste non aiutano».
Ne è convinta? Stiamo parlando di mostre di altissimo livello con opere d'arte uniche.
«È vero. Ma mi chiedo quale sarà l'impatto sulle strutture culturali locali. Treviso è piena di associazioni, idee e risorse che hanno solo bisogno di un aiuto. Basta vedere il successo di manifestazioni come Carta Carbone o l'Home. Forse sarebbe più utile investire in realtà come queste. Ma non ci sono soldi. Però per Goldin 4 milioni di euro saltano fuori».
Ma non dipende solo dal Comune.
«Certo. Per dirne una: la Camera di Commercio ritira il contributo al premio Comisso per problemi economici ma è pronta a mettere importanti risorse per questa mostra. Sono cose che mi fanno arrabbiare. Treviso ha già fatto un'esperienza con Goldin e non mi pare che sia finita bene. Cosa è stato costruito? Nulla».
Il timore è che tutte le risorse vadano per Goldin e che non resti niente per gli altri?
«Sì. Temo che se si mettono 4 milioni di euro per la sua mostra non rimarrà niente per il resto. E non oso nemmeno pensare a quello che si potrebbe fare con 4 milioni di euro quando, in genere, già averne 10mila è manna che cade dal cielo. Basterebbe molto meno per investire nel rilancio del patrimonio culturale locale, per realizzare una rete museale d'eccellenza».
Goldin non le piace proprio.
«Non è questo il punto. Le sue mostre vanno benissimo se inserite in un contesto di crescita generale. Se, accanto a loro, si rafforza anche la proposta culturale della città. È la differenza tra costruire una casa sulla sabbia o sulla roccia».
Però richiamano folle di visitatori.
«Dobbiamo capire quale sarà il vantaggio per il Comune. Si spende per cosa? Cosa otterremo in cambio? Almeno si riuscisse ad arrivare a un restauro d'eccellenza. Da quello che si dice, invece, il Comune non guadagnerà niente nemmeno dalla vendita dei biglietti».
E allora quale sarà, secondo lei, il guadagno proprio del Comune?
«
Ho l'impressione che l'obiettivo sia solo quello di avere il ritorno d'immagine dato da una città piena di gente e con i commercianti contenti. A Treviso però si corre troppo dietro i commercianti».

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