Soldi a Galan: «Ma non da noi»

Mercoledì 30 Luglio 2014
Smentiscono ogni cosa e minacciano di andare per vie legali pur di difendere il proprio onore e la propria immagine. Carlo Archiutti e Mario Moretti Polegato, citati nel memoriale segreto dell'ex governatore e ministro Giancarlo Galan come due dei dieci imprenditori veneti che gli avrebbero dato soldi in nero per finanziare la campagna elettorale, reagiscono attaccando. E non può essere altrimenti, vista la gravità delle accuse. I loro nomi sbucano nella parte segreta della memoria difensiva di Galan, quella coperta da omissis e svelata dal Gazzettino. Galan mette nero su bianco di aver ricevuto contributi sottobanco, ma giura di averli utilizzati solo per coprire i costi della campagna elettorale. Almeno le somme di denaro incassate personalmente. Quelle invece finite nelle mani dell'ex segretaria Claudia Minutillo sarebbero rimaste nelle tasche della collaboratrice. E fa anche nomi e cifre: Archiutti avrebbe dato alla Minutillo circa 200mila euro. Anzi: l'imprenditore trevigiano re delle cucine componibili avrebbe messo assieme i contributi di altri imprenditori suoi amici per riversarli all'ex governatore. Polegato invece si sarebbe limitato a 20mila euro. I due, finiti sotto la luce dei riflettori, smentiscono. Polegato si affida a un laconico comunicato: «Contesto fermamente ogni addebito, destituito di ogni fondamento, e mi riservo ogni iniziativa del caso per tutelare la mia onorabilità». Dopo di che chiude le comunicazioni. Archiutti invece è più sanguigno. Ieri, per tutto il giorno, non ha fatto altro che rispondere al telefono a gente che gli chiedeva spiegazioni. Per lui, ex senatore di Forza Italia ed ex presidente di AerTre, la pubblicità è pessima. E tutto si sarebbe aspettato tranne che finire in un tritacarne del genere. Quando risponde, oltre che comprensibilmente stressato, ha ancora un tono carico di stupore: «Ho letto le dichiarazioni uscite sul Gazzettino e sono rimasto paralizzato -dice- e se quella è la linea difensiva scelta da Galan la rispetto, ma direi che sta sbagliando tutto. Nulla di quanto dice corrisponde al vero. Almeno per ciò che mi riguarda». Archiutti poi scandisce: «Non ho mai dato soldi a Galan o ai suoi collaboratori. Lo smentisco nella maniera più categorica. E adesso andrò anche da un avvocato per avviare tutte le azioni necessarie per difendermi. Non mi fermo certo qui a subire e basta». Nel 2004-2005, gli anni incriminati, Galan e Archiutti erano colleghi di partito, entrambi pezzi da novanta della Forza Italia del Veneto: uno potentissimo governatore, l'altro senatore della Repubblica. E su questo tasto l'imprenditore batte parecchio: «In quegli anni ero senatore -ribadisce- e non andavo certo a pagare la campagna elettorale degli altri, già dovevo provvedere alla mia. Sinceramente, spero proprio che Galan mi chiami e mi spieghi perchè scrive certe cose. Poi, stando a quello che dice, io sarei stato il collettore per i versamenti di altri imprenditori. Una cosa assolutamente fuori dal mondo. Anzi le dico un cosa: da quando ho smesso di fare politica, Galan non l'ho più visto e sentito. Non so perché dica queste cose, forse vuole vendicarsi di qualcosa che non so. Ma un fatto è certo: non finisce qui. Ho un'azienda sulle spalle e questa storia mi provoca uno stress enorme».(((caliap)))

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