L'orgoglio e un rimpianto: «Avevo già in mano la ricetta per salvare quell'azienda»

Sabato 28 Marzo 2015
TREVISO - Carmine Damiano, ex questore e poi presidente di Mantovani spa, esce a testa alta dall'inchiesta che lo vedeva coninvolto per presunte pressioni su Luigi Compiano per ottenere una consulenza dalla Nes.
Ma quel contratto poi lei lo ottenne effettivamente.
«Prima di prendere l'impegno verificai con un importante studio legale se vi fossero ragioni ostative e non ne furono trovate. A quel punto ero un libero cittadino con una discreta esperienza».
Cosa le resta dell'esperienza alla alla North East Services?
«Solo rammarico. Avevo un contratto da super consulente e, se mi avessero lasciato lavorare, avrei salvato l'azienda e mille posti di lavoro. Avevo già la ricetta».
Ma lei aveva capito cosa stava accadendo in azienda, quel fiume di soldi che usciva finendo nella tasche di Luigi Compiano?
«Mai sospettato nulla, come molti altri che lavoravano nell'azienda».
Come venne in contatto con Compiano?
«Mi fu presentato da un comune amico. Mi chiese se, una volta concluso il mio incarico come questore, fossi interessato a occuparmi delle relazioni istituzionali di Nes. Gli dissi che avrei accettato l'incarico solo alla fine del mio rapporto con la polizia. Sottoscrissi il contratto a novembre, con l'inizio della consulenza posticipato a gennaio quando sarei entrato in quiescenza».
E l'accusa di aver fatto pressioni su Compiano per ottenere il posto con una verifica sulle attività di trasporto valori?
«Ho agito con correttezza nei confronti di tutti gli istituti di vigilanza privata. Da questore sono stato il promotore del nuovo regolamento e ne ho verificato la corretta applicazione fin dal 2011. I controlli nei confronti Nes si conclusero con sanzioni importanti ma altri istituti ci rimisero anche la licenza. Ho fatto il mio dovere mettendo in sicurezza un intero settore».
Di cosa si è occupato come consulente di Nes?
«Studiai il rilancio dell'immagine e alcune innovazioni nei servizi. Niente a che fare con questioni legate a sicurezza, addestramento o alla gestione dei valori. Non sapevo nemmeno dove fosse il deposito di Nes».
E il suo contratto? Si parla di benefit come un'Audi A8.
«Enorme falsità, mai avuto da loro un'auto come quella. Il contratto prevedeva un compenso di 30mila euro lordi l'anno e un appartamento-ufficio in centro che, ovviamente, ho lasciato. Anzi, sa cosa le dico? Del rapporto con Nes mi è restata una fattura da 7500 euro saldata. Tutte le altre non mi sono state pagate e sono finite nel calderone del fallimento».

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