Fatturato e export ok La Marca vuole ripartire

Lunedì 3 Agosto 2015
L'economia trevigiana prova ad accelerare. Nel secondo trimestre dell'anno, tutti i principali indicatori riportano valori in aumento rispetto ai primi tre mesi dell'anno, in alcuni casi anche con una consistenza significativa. Soprattutto, se lo scorcio iniziale del 2015 aveva mostrato segnali contradditori, stavolta l'orientamento positivo appare univoco.
Urgono ulteriori conferme, nel proseguo dell'anno, per capire se si tratta solo di un nuovo «rimbalzo» o se l'inversione di tendenza può dirsi consolidata. Intanto, la periodica rilevazione congiunturale della Camera di commercio sullo stato del sistema manifatturiero della Marca può registrare una salute in miglioramento: tra aprile e giugno la produzione cresce del 3,6%, il fatturato guadagna cinque punti e mezzo (frutto, quasi in egual misura, sia delle vendite all'estero, sia di quelle nazionali). E sono in rialzo anche gli ordinativi ricevuti dalle imprese nostrane: tira non solo il mercato oltreconfine (più 2,4%), come spesso avvenuto anche nei momenti della crisi peggiore, ma si risveglia pure la clientela domestica, con un 4,6% in più. Ad oggi le aziende dichiarano di avere un portafoglio ordini che garantisce loro lavoro per 44 giornate, di fatto in linea con il periodo precedente (43 giorni). Segna un minimo scatto in avanti (0,1) persino l'occupazione dopo tre trimestri di arretramenti o di stabilità e il grado di utilizzo degli impianti risale a 73,6%, miglior dato dalla fine del 2013. Gli stessi analisti dell'istituzione di piazza Borsa sottolineano come nel recente passato regnasse una netta polarizzazione tra un'élite di imprese che andava piuttosto bene ed le altre che andavano male, mentre ora la maggioranza della platea mostra segni di crescita (anche se di minor intensità).
Insomma, tre mesi buoni per l'industria trevigiana. Certo, per una ripresa solida occorrerebbero variazioni più corpose. Tanto che i vertici dell'ente camerale non smettono di ricordare come queste indicazioni vadano contestualizzate «in una più generale fase di assestamento, fatta da un susseguirsi di stop and go». Non a caso, le previsioni degli imprenditori per i prossimi mesi restano caute: il divario tra «ottimisti» e «pessimisti» si riduce, ma rimane sempre a favore dei secondi. Anche per la domanda estera, su cui, anzi, aumentano le aspettative negative: colpa, probabilmente, dell'accavallarsi di crisi greca, embargo russo, instabilità in Nord Africa.

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