«È ora di agire. Non aspettiamo nuovi casi. Lanciamo subito un

Lunedì 14 Dicembre 2015
«È ora di agire. Non aspettiamo nuovi casi. Lanciamo subito un progetto di formazione e informazione sui rischi relativi alla trasmissione di foto a sfondo erotico o sessuale attraverso internet. È indispensabile».
È un accorato appello quello che arriva da Francesco Pira, sociologo e studioso dei nuovi media, alla luce del caso della mamma 40enne che si sarebbe tolta la vita per la vergogna provocata da alcune sue foto hot rilanciate del web. Immagini che hanno scosso l'intera famiglia dalle fondamenta. Fino all'estremo gesto. Il professore, docente all'università salesiana di Venezia e all'università di Messina, ha studiato a lungo il fenomeno del cosiddetto sexting (la trasmissione di foto hot via internet) in particolare tra i minorenni.
Ma purtroppo nemmeno il mondo degli adulti è immune dai rischi legati allo scambio di autoscatti osé attraverso la rete che possono finire in mani sbagliate e, tradendo la fiducia degli autori, fatti rimbalzare in ogni angolo del web, senza che nessuno riesca più a bloccarli. «Con questi strumenti il sistema di dileggio e diffamazione da locale è diventato potenzialmente mondiale -spiega Pira senza ovviamene entrare nel caso specifico- Ci sono persone fragili che, davanti a situazioni del genere, faticano a reggere l'urto. Fino ad arrivare anche a estreme conseguenze». Per il docente universitario la prevenzione è l'unica via d'uscita: tutti dovrebbero imparare un linguaggio appropriato per l'universo delle relazioni digitali, moltiplicate negli ultimi anni dai social network, a partire da Facebook, dalle chat e dagli altri siti che consentono un contatto diretto.
Tutte cose che con lo smartphone sono sempre a portata di mano. «Accadono fatti che vanno oltre: immagini scattate con incoscienza per innamoramento messe a disposizione di altri minorenni o di maggiorenni immorali che hanno voglia di comprare e vendere quello che è vietato -sottolinea Pira- Spesso reagiamo con la rabbia e l'indignazione, ma il ripetersi di questi episodi deve farci meditare. Occorre lavorare, come in altri paesi d'Europa, per dire chiaramente che questi mezzi vanno usati con attenzione».
«Non si può fermare il progresso, la ricerca, la crescita sociale -conclude- ma dobbiamo renderci conto che esistono dei punti di non ritorno. E questi casi lo sono».
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