«Abbiamo solo perso tempo»

Sabato 3 Ottobre 2015
TREVISO - (pcal) «Sindaco, perché non sei intervenuto?». «Ho pensato che sarebbe stato meglio evitare una possibile querela». E giù un gran sorriso. Lo scambio di battute tra il questore Tommaso Cacciapaglia e il primo cittadino di Montebelluna Marzio Favero rende bene l'umore della sala alla fine del dibattito sul Patto di Stabilità: «Venendo qui ho sottratto tre preziosissime ore al mio lavoro di sindaco», aggiunge Favero. I sindaci hanno lasciato la Prefettura delusi e avviliti. Volevano risposte su come risolvere il problema del Patto di stabilità. Si sono sentiti dire di avere pazienza e di attendere le novità del 2016. Per chi stringe la cinghia da anni è una beffa. L'unica nota positiva è stata la relazione di Luca Antonini, docente universitario di Padova, esperto di enti locali. Ha detto quello che in tanti pensano: la soluzione per dare fiato ai comuni sarebbe quel federalismo di cui nessuno parla più. Ma al di là di questo dal confronto con il sottosegretario Pier Paolo Baretta tutti si aspettavano qualcosa di più. «Sono deluso - ammette Enzo Fiorin di Istrana - non abbiamo avuto nessuna risposta certa. Ai problemi si continua a rispondere con mediazioni politiche dai tempi lunghissimi e non con atti concreti. Il mio comune non ha debiti ma ha tre milioni di euro fermi che non si possono spendere. E ne avrei bisogno per lavori sulle strade e nelle scuole».
Daniele Rostirolla (Morgano) è sarcastico: «Sono venuti qui a farci una lezione dicendoci di puntare al pareggio di bilancio. Per il resto nessuna risposta». Francesco Pietrobon (Paese) se ne va scuro in volto: «Non vale nemmeno la pena di parlare, tempo perso». Irritato anche Paolo Galeano (Preganziol): «Sono rimasto deluso dalle risposte. Ritengo Baretta troppo intelligente per non capire la natura delle lamentele dei sindaci. Ci aspettavamo qualche spiraglio sul Patto di stabilità, invece i tempi non sono ancora maturi». Fa eccezione Alberto Cappelletto (San Biagio): «Quello di oggi è solo l'inizio di un percorso. Non posso dire di essere soddisfatto ma ho notato attenzione nel valutare le istanze dei sindaci». Al solito caustico Silvano Piazza (Silea): «Baretta parla facendo discorsi generali, ma in Veneto le regole del gioco cambiano. Qui tutti abbiamo stretto la cinghia fino a non respirare più. Nel 2016 ci potrà anche essere qualche novità positiva, ma il problema è sempre lo stesso: Comuni senza debiti e con soldi non possono spendere; Comuni con debiti e senza soldi vengono invece aiutati da Roma».

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